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Cassano, punto strategico sull'Adda, terra di confine,
passaggio obbligato per Milano, luogo atto alla difesa ed all'offesa per
i fiumi e i canali che lo lambiscono, per la posizione elevata sulle
bassure circostanti e per l'antico castello, fin dai tempi di Polibio
(210 prima di Cristo), ebbe la triste sorte di essere un campo di
battaglia con protagonisti di primo piano nell'orizzonte europeo:
Federico Barbarossa, Ezzelino da Romano, Eugenio di Savoia, il Duca di
Vendôme, Suvarov. Si affaccia all'alto ciglione della Muzza e sull’Adda
come roccaforte a difesa di Milano; Nel 1158 Federico Barbarossa si affacciò a Cassano. Trovato il ponte da noi presidiato non ardì superarlo. Gli imperiali tentarono il guado verso Corneliano: alcuni
affogarono nel fiume, mentre un buon drappello di soldati si appostò
sulla sponda destra. I nostri che si trovavano alla custodia del ponte
dovettero abbandonarlo riparando a Milano. L'esercito imperiale visto libero il passo si avventò
sul Ponte, e tanta fu la carica dei sopravvenuti che il ponte per il
peso si ruppe trascinando nell'acqua uomini e cavalli. Qui pure Ezzelino da Romano nel 1259 fu mortalmente
ferito combattendo contro i Milanesi, e dopo qualche giorno morì a
Soncino. Il suo mago gli aveva più di una volta predetto che il
Ponte di Cassano gli sarebbe stato fatale. Nel 1294 Frà Benadusio, ingegnere dei Cistercensi di
Chiaravalle, per incarico dell’Arcivescovo Ottone Visconti restaurò e
fortificò il castello gettando sull’Adda un ponte ad un solo arco. In seguito il passaggio del fiume è fatto con barconi
del Porto. Significa che eventi bellici di cui non abbiamo memoria,
distrussero il ponte del Benedusio per rendere più difficile il
passaggio al nemico. I porti erano barconi abbinati, uniti da una piattaforma
su cui salivano uomini, veicoli, animali e merci per traghettare
l’Adda e Il monopolio dei porti del ducato di Milano: dazio di
passaggio, apparteneva a parecchi nobili condomini, come i Litta, gli
Spinola, i Porro, i Biglia. Il 14 febbraio 1571 codesti magnifici signori attestano
di ricevere settecentoventicinque lire imperiali a saldo delle
duemilanovecento lire annue del fitto di esattoria di dazio, da Gottardo
Pantanedo di Cassano. L'8 gennaio 1572 il Magnifico signor Alberto Litta di
Portanuova nella Parrocchia di S. Bartolomeo in Milano, per sè e
condomini dichiara di aver ricevuto il saldo dell'affitto del dazio
dallo stesso Gottardo Pantanedo, che altri acconti aveva versato a
Giacomo Antonio Pellizzoni cassiere dello stesso magnifico signore. Il 6 giugno 1586 scoppia una grossa lite che dura 15 anni
tra i condomini Porro, D'Adda, Biglia e Pantanedo conduttore. Questi doveva pagare il canone annuo di lire
milleduecento imperiali, qualora i condomini avessero costruito un ponte
in legno sulla Muzza, obbligandosi alla manutenzione dei forti, delle
corte e del pennello che l'Adda aveva corroso e rovinato. Le spese della
lite e della transazione conclusa il 18 gennaio 1601 costò molto al
Pantanedo. Ancora sul Ponte di Cassano il 16 agosto 1705 si svolse
la battaglia tra Eugenio di Savoia e il Duca di Vendôme. I morti
trascinati dalle acque dell'Adda, della Muzza e del Ritorto, furono
oltre Nel 1750 si diede principio allo Sperone del traghetto
che prima era di palizzata e si eresse Si iniziò pure a spese del Marchese Febo D'Adda,
feudatario di questa terra la costruzione del ponte sul fiume, invece
del porto che c'era prima. Il disegno fu dell'Ingegner Bernardo Maria
Robecchi. Concorsero alle spese Nel 1799 arrivarono i Russi comandati dal Suvarov a
cacciare i Francesi il 27 aprile. E fu una nuova battaglia. Nel 1859 gli austriaci, dopo la sconfitta di Magenta,
nella ritirata fanno saltare il ponte sulla Muzza. Era il lunedì 7 giugno verso le 8 del mattino quando il
ponte della ferrovia saltava in aria. Le mine poste al ponte del Borgo
non furono incendiate che al martedì 8, e si dovettero ripetere per tre
volte. Ed ecco l'arrivo trionfale delle schiere franco-italiane
che muovevano alla vittoria di S. Martino e Solferino dopo 1'incontro
dell'Imperatore Napoleone III in Casa Brambilla il 13 e 14 giugno 1859.
Nel 1861 il ponte fu rifatto ingrandito. Il 4 ottobre 1868 1'Adda, ingrossatasi per piogge
eccessive, ruppe il ponte in legno che le era sovrapposto. Nel 1869 lo si ricostruì in ferro. Nel 1880 venne rafforzato per il transito del tram. Il 6 gennaio 1900 passando il tram pieno di pellegrini
proveniente da Caravaggio sul ponte, uscito dalle rotaie, andò ad
urtare contro la statua di San Giovanni lanciandola nell'Adda e
spezzandola. La macchina si fermò improvvisamente; non si ebbero
vittime. Il Ricreatorio Cubani il 15 luglio 1900 con solenne cerimonia
ricollocò la statua al suo posto. Questo ponte durò fino al 1914 quando lo si sostituì
con un altro in cemento armato. I lavori iniziarono il 1° gennaio e
terminarono nel febbraio dell'anno dopo. Sostenne la spesa la provincia. Fu costruito dalla ditta Puricelli di Milano che a
Cassano aveva le attrezzature per la frantumazione dei ciottoli
dell'Adda e provvedeva alle strade provinciali e comunali. Durante Il nostro Ponte fu sovente di stimolo al pennello degli
artisti che spinti dalla ricerca del pittoresco, rimanevano estasiati al
cospetto delle rive dell'Adda. Il Fiamminghino nella chiesa di S. Dionigi ritrae il
porto di Cassano nell'affresco della Resurrezione del Santo Vescovo. A Modena nella Pinacoteca Estense troviamo una tela
rappresentante il ferimento di Ezzelino da Romano con lo sfondo del
"ponte sopra ponte" che costituiva una delle meraviglie della
nostra borgata: "Punt sura punt el purton del ruscet el nas del marachet". Non tutti forse ricordano come il celebre Bernardo
Bellotto, nipote del Canaletto, reduce dalle sue peregrinazioni in quel
di Varese dove aveva dipinto la "Gazzada", a Vaprio ed a
Canonica si era fermato nel 1744 per ritrarre in nitidi schizzi le
vedute dell'una e dell'altra sponda dell'Adda. Un secolo più tardi anche il Piccio era sceso a Cassano
per segnare 1'aspetto seducente del borgo sovrastante il corso
dell'Adda. L'Elena infaticabile pittore codognese, incise quella
stampa che poi servì di modello a quasi tutti i successivi illustratori
del Castello e del nostro Ponte sovrapposto com'era nel 1830 e non preso
frontalmente, per dar maggiore spazio alla panoramica. Anche il Cremonese Giuseppe Cannella del primo Ottocento,
eseguì in un taglio vedutistico d'alto respiro il Ponte sovra ponte
fatto costruire sulla Muzza nel 1809 dal Viceré
Beanaornais, dopo che il primo ponte troppo basso era diventato
scomodo al traffico militare, dall'Ingegner Ricchetti. Interessantissimi sono pure i disegni della raccolta
Bertarelli in Milano che descrivono il nostro ponte: quello del Gaildrau
per il passaggio delle truppe austriache nel 1859, e l'altro del
passaggio del treno. Anche il Miolato nella cupola della chiesa Parrocchiale
ha affrescato le battaglie del porto e il ponte. Il Ponte di Cassano ha interessato anche diversi
scrittori e poeti. Il Manzoni nei Promessi Sposi commette uno svarione.
Nelle risposte dell'oste di Gorgonzola a Renzo che vuol mettersi in
salvo sul Bergamasco, troviamo un errore storico. Infatti nel 1630 il
ponte a Cassano non c'era ancora; si usava il porto. Il Carducci nella canzone a Ferrara canta: "Ah,
Ponte di Cassano... Ah, rive dell'Adda - quanto grido corse - l'aure lombarde —
allor che sul furore - d'Ezelin domo - ringuaiando la spada - Azzo
novello saluto con mano - la sentolante rossa croce per le Itale
insegne". Il concittadino Mons. Giovanni Brambilla all'inizio del
secolo cantava il nostro ponte nel poemetto "Il Castello di
Cassano". E infine chi non ricorda l'avvocato Giuseppe Pirotta
nelle sue poesie su " Da: I Quaderni del Portavoce: QUESTA L'E' CA' MIA di Don
Carlo Valli
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