sotto il castello Visconteo, l'Adda dà origine al canale Muzza (foto di Renato Siesa)
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È il canale italiano con più portata ed il primo
artificiale costruito nel nord Italia (uno dei primi in assoluto in
tutto il mondo). |
I
Cassanesi hanno sempre citato il canale Muzza al femminile, cioè E' stato il più antico e maggiore canale d'irrigazione non solo della Lombardia, ma di tutta Europa ed una delle più importanti opere di ingegneria idraulica. Quest'arte, tipicamente lombarda delle bonifiche e dell'irrigazione, ha origini antiche. Furono i monaci benedettini cluniacensi e circestensi che attorno al 1000 introdussero queste opere che trasformarono le paludi in terreni fertili. Sorsero non distanti da noi, infatti, le abbazie ed i monasteri di Chiaravalle, Morimondo, Viboldone, Abbadia Cerreto. Così
il lodigiano si trasformò in un meraviglioso intreccio di acque
correnti regolabili, portatrici di fertilità, come dice Carlo Cattaneo:
"I lodigiani scavando In origine l'Adda a Cassano si divideva in due rami: quello a destra seguiva sostanzialmente il tracciato della Muzza da Cassano a Paullo; dopo aver ricevuto le acque del torrente Molgora proseguiva il suo corso nello scaricatore dell'Addetta da Paullo a Melegnano; unendosi al Lambro sfociava poi nel Po. Un
Ramus de Abdua, presso la foce di un "fluvio Murlao" che pare
sia Della formazione naturale della Muzza è segno la sua tortuosità, osservata già dal Lombardini e dal Bignami (il grande canale Muzza, Milano 1939). II ramo di sinistra scendeva nel solco più profondo che è ancora 1'attuale. Tra questi due rami dell'Adda era situato il territorio lodigiano, che è un vasto tavolato oblungo, a forma di mezzaluna, circoscritto tra i fiumi Adda - Lambro - Po. Successivamente 1'Adda riversava la totalità delle sue acque nel ramo di sinistra, che era il più basso. Il ramo di destra invece si andava gradatamente interrando (da Cassano a Trucazzano) e quasi scomparendo, mentre il tratto successivo (fra Trucazzano e Paullo) conservava sempre una notevole portata per lo scarico sia del torrente Molgora sia di altre acque colatizie e sorgive. Conquistata
Una di queste famiglie è la famiglia Mutia, proprietaria di un vasto possedimento, detto Agro Mutiano. Tito Mutio, prefetto dei fabbri, come è ricordato in una lapide del museo di Lodi, per irrigare il suo vasto possedimento, fermò con una chiusa, presso Paullo, le acque discendenti dal ramo di destra dell’Adda, convogliandole mediante 1'apertura di una bocca di presa, nel cavo scavato nel suo fondo e che sarebbe la roggia Muzzetta, che irrigava le terre di Mulazzano, Zelobuonpersico, Villa Pompeiana. Le
acque esuberanti del ramo di destra non introdotte nel cavo della
Muzzetta, si scaricavano nell'Addetta. Era naturale che queste acque
ricevessero un nome: Acquae Mutiae o Muzza. Si diede il nome di Muzza
vecchia a tutto il cavo proveniente da Cassano, Trucazzano, deviate a
Paullo verso Un fiume Muzza, fluvius Mucia, è nominato da un altro documento del 1123, nel territorio di Galgagnano. Qui si tratta dell'attuale Muzzetta che inizia a Paullo. C'e tutta una secolare questione tra milanesi e lodigiani, per 1'utilizzazione delle acque della Muzza, come hanno studiato il Bruschetti "Storia dei progetti e delle opere per l'irrigazione del milanese" (2 Ed. Lugano 1834) e G. Marchetti-Longhi "la difesa di Milano contro Federico II di Svevia e i pavesi negli anni 1238-39", in Atti e Mem. IV Congr. Stor. Lombardo Milano 1940 pag. 197. Notevole è anche lo studio del Vignati "il canale Muzza e il territorio Lodigiano Torino 1866". Dalla famiglia Mutia il possedimento in parola, dopo varie vicende, passò all'ospedale di Broglio in Milano (attuale ospedale Maggiore) fondato nel 1145-1150. Il cavo relativo, già detto Mutiano prese più propriamente il nome di Muzzetta, ricordando così sia 1'antica origine sia la minore quantità di acqua in rapporto al canale scavato dai lodigiani in seguito di tempo. I
lodigiani, dopo la pace conclusa tra Lodi e Milano nel 1198, ottenuta da Federico II, con diploma 28 novembre 1220, la
concessione di usare liberamente le acque dei fiumi del loro territorio,
determinarono di iniziare la costruzione dell'opera da tempo
vagheggiata; un grande canale a valle di Paullo attraverso il territorio
lodigiano, fino all'attuale sbocco. E' podestà di Milano il lodigiano Amizzone. Viene posta
una pietra con l'iscrizione del Ferrario: "I milanesi, estratto il canale Muzza 1'anno 1220 e
versato il fiume Adda nel territorio lodigiano, da sterile e incolto lo
resero pingue e fertilissimo". L'opera, terminata nel 1230 consistette nell'apertura di
una bocca di presa per il necessario congiungimento tra il nuovo canale
e 1'antico proveniente da Trucazzano; costruzione delle porte di Paullo
"laborerio di Lodi", per fermare le acque della vecchia Muzza
e introdurle nel nuovo cavo, scaricando le eccedenti nell'Addetta,
sistemazione della Vecchia Muzza (ramo destro dell'Adda) per consentire
il maggior deflusso di acqua. 1286: trattative dell'Arcivescovo Ottone Visconti per
aprire una nuova bocca di presa dell’Adda e convogliare le acque
derivate nella Muzza. Si costruisce sul letto dell'antico ramo destro
dell'Adda, tra Cassano e il Molgora, il nuovo tronco della Muzza. II castello di Cassano, che e sempre stato a picco
sull'Adda, si trova da questo momento a picco sulla Muzza. Non si conosce però se in occasione dell'apertura
dell'ultimo tratto del cavo della Muzza si sia anche eseguita la
derivazione dell'Adda prolungando a monte la sua prima tratta che
portava le acque della Muzzetta. I documenti che portano luce nella questione sono le
lettere in data 25 agosto 1286 di Ottone Arcivescovo di Milano al Podestà,
Capitano e Consiglio del Comune di Lodi, e Da questi documenti si deduce: a) 1286: era già fatto dal Comune di Milano il cavo
detto Adda Nuova, che dovrebbe corrispondere al tratto di Muzza dal suo
incile a Cassano, fino a Paullo. b) erano pure costruiti il tronco di Muzza inferiore a
Paullo e gli incastri di Paullo; c) il nuovo lavoro da farsi era la bocca nell'Adda
Vecchia, quale chiamasi il fiume Adda. La bocca in Adda, venne
effettivamente fatta prima dell'anno 1352, come risulta dal lodo
arbitramentale del 26 luglio 1352, pronunciato in confronto del comune
di Lodi e dell'Ospedale di Broglio. Riassumendo, si può stabilire che la derivazione delle
acque del fiume Adda col mezzo della Muzza, fu iniziata forse prima del
1286, e che in ogni modo la derivazione era gia in corso nel 1352. Nel 1498 esisteva un solo troccatore al posto dello
scaricatore di S. Bernardino costruito nel 1483. Nel fiume non c'era opera stabile ad eccezione dello
sperone che corrisponderebbe alla tratta di argine armata in sponda
sinistra che attualmente si vede dal ponte di Cassano al principio della
Paladella nel fiume; ma anche quest’opera aveva una forma instabile. La descrizione dello sperone è data in una nota di
riparazione in Muzza all'1.4.1547. 1549: sotto gli spagnoli, il governatore di Carlo V,
Ferrante Gonzaga, dichiara 1716: sotto gli austriaci, il 18 dicembre si conferma
1'assoluta proprietà del Sovrano sul canale Muzza. Percorre L'acqua dell'Adda viene convogliata nel canale mediante
una diga sommergibile detta Paladella o traversino. Il termine
Traversino deriva da "traverso". Così era
chiamato il dazio sui trasporti, discendente degli antichi pedaggi
feudali. Nel corpo della diga c'e un'apertura detta "Canna
del traghetto", larga circa sei metri, che serviva per la
navigazione. Di fronte alla diga del traversino c'e lo sbocco in Muzza
del canale di scarico delle acque della centrale idroelettrica del
Linificio. L'eccedenza di acqua convogliata in Muzza e restituita in
Adda mediante uno sfioratore: Rottura Grande e quattro scaricatori:
Scaricatore Ferdinando, Portone nuovo, Portone di mezzo, Scaricatore
vecchio. Tra il portone di mezzo e lo Scaricatore Vecchio, in
sponda destra c'e un edificio di presa d'acqua per il raffreddamento
della centrale termoelettrica dell'Azienda Elettrica Municipale di
Milano. Nel 1952 si costruì una diga in località s. Bernardino. La portata della Muzza è di circa 110 mc-sec. di acqua
distribuita a mezzo di 75 bocche d'irrigazione. La panoramica sulla Muzza e tra le cose più belle di
Cassano. Vi si affacciano: convitto del Linificio (ora adibito ad
abitazione), Villa Gabbioneta, Villa Brambilla, Villa Ponti, Casa Berva,
Casa di Riposo, Ospedale Zappatoni, Asilo Infantile, S. Dionigi, Villa
Pia, Villa Fedeli. Nell'ottocento, qui sulla Muzza si distende la
villeggiatura milanese. II campanile della Madonna del Miracolo, 1'antica chiesa
di S. Nazario e di S. Bernardino, in queste acque specchiavano le loro
linee. Ha studiato Se vuoi vedere 18/9/1733: arriva a Cassano un colonnello savoiardo con
un commissario lodigiano e due cavalleggeri. Dispongono il travaso delle
acque dell'Adda nella Muzza. Modificano sia il Traversino come Nel novembre è imposto a tutti gli utenti della Muzza di
consegnare Ie chiavi delle bocche: Coppa incassata, Corneliana, Bartola,
Resina, Codogna, Cattanea, Comazza, tutte controllate dal camparo
Guaitano. Anche le bocche di Vaprio, Arzago, Vimodrone, e tutte le
rogge che estraggono acqua dal Brembo sono chiuse. L'8 dicembre infatti all'una di notte arriva un capitano
da Lodi ordinando di alzare le porte degli scaricatori di Muzza e far
entrare tutta 1'acqua in Adda. E' per trasportare tutti i soldati
alemanni in fretta e furia a Mantova con le barche. 13/10/1770: il grande capitano bergamasco Mocenigo chiede
che venga travasata 1'acqua della Muzza nell'Adda per raggiungere il Po
coi soldati, dato che essendo il 14 e 15 giornate festive non si
danneggiano ne mulini ne 1'irrigazione. Negato il permesso. Da:
I Quaderni del Portavoce: QUESTA L'E' CA' MIA di Don Carlo
Valli
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