L’Adda
nasce
in
Valtellina,
a
2.237
metri
sotto
il
passo
di
Val
Alpisella,
dai
ghiacciai
dell'Ortles
da
cui
prende
vita
e
viene
alimentato.
Tocca:
Sondrio
e
Como.
Ha
una
formidabile
carta
d'identità:
quarto
fiume
d'Italia
per
lunghezza
di
corso,
trecentotredici
chilometri,
matrice
vitale
di
un
bacino
imbrifero
che
copre
un
terzo
della
Lombardia,
abbraccia
un
bacino
di
ottomila
chilometri
quadrati.
E'
immissario
ed
emissario
del
lago
di
Como,
ed
è
affluente
del
Po.
Nasce
come
un
qualsiasi
torrente,
scendendo
lungo
la
Valle
di
Fraele,
a
formare
la
Valtellina.
Dopo
le
prove
discretamente
riuscite
del
lago
di
Mezzola,
compone
il
gioiello
del
Lario
e
plasma
uno
dei
paesaggi
più
suggestivi
d'Italia.
Dalla
Valtellina,
riceve
le
acque
di
torrenti
provenienti
dalle
Alpi
Orobie
e
Retiche
e
diventa
comasco
per
tutta
la
lunghezza
del
lago
di
Como,
poi
si
fa
arbitro
di
divisione
tra
le
province
di
Bergamo
e
di
Milano,
e
quella
milanese
e
cremonese.
A
valle
di
Lecco,
riprende,
dopo
due
o
tre
slarghi,
il
suo
corso
di
fiume,
calando,
dalle
strettoie,
verso
la
pianura.
Oltre
il
ponte
di
Lecco,
che
varca
quello
che
non
sai
se
ancora
lago
o
già
fiume,
si
spalanca
la
prima
parte
della
Brianza.
Forma
delle
autentiche
perle
che
sono
i
laghi
di
Garlate
a
198
metri
sul
livello
del
mare,
e
l'altro
di
Olginate,
e
l'altro
ancora
di
Sartirana
presso
Merate,
in
grave
stato
di
malattia.
Poi
il
fiume,
ora
maestoso,
ora
incassato
tra
le
rive,
rappresenta
nei
ricordi
della
storia,
i
baluardi
difensivi
del
ducato
di
Milano
verso
est.
A
rinforzo
della
natura,
si
ergono
i
tre
castelli
di
Brivio,
Trezzo
e
Cassano.
Proprio
a
Trezzo
il
paesaggio
rivela
la
suggestione
di
una
bellezza
aspra,
che
gradualmente
s'ammorbidisce
a
Concesa.
A
Cassano
il
fiume
spinge
il
gomito
sulle
sponde,
prende
spazio,
emerge
definitivamente
e
si
fa
valligiano
e
padano.
Infatti,
Cassano
estremo
margine
sud
orientale
della
Brianza,
conserva
alcune
delle
caratteristiche
del
territorio
al
quale
geograficamente
appartiene,
ma è già cittadina padana di pianura.
Qui
i
contrasti
tra
il
passato
storico
violento
e
sanguinoso
ed
il
presente
pacifico,
si
annulla
nei
placidi lineamenti di un panorama riposante.
Qui
l'Adda
segna
confine
tra
Milano,
Bergamo
e
Cremona.
Una
volta
segnava
confine
di
Stato
tra
la
Repubblica
Veneta
ed
il
Ducato
di
Milano.
Qui,
quando
i
fiumi
erano
la
più
comoda
via
di
comunicazione,
aveva
un
porto,
che
univa
la
piazza maggiore con le rive del fiume.
Allora
le
acque
erano
abbastanza
profonde
perché
ancora
non
era
stata
scavato
il
canale
Muzza
e
consentivano
la
navigazione
con
barconi
che
risalivano
dal
Po
e
dall’Adriatico,
fin sotto le mura.
L’Adda
è
un
viaggiatore,
gli
piace
vedere
l'Italia.
Chissà
dove
andrebbe
se
presso
Cremona,
in
un
rigoglioso
verde
piano,
non
incontrasse
il
Po.
Non
diventa
affluente
contento.
Infatti,
l'incontro
non
è
pacifico,
ma
tumultuoso
di
ondate
e
correnti,
presso
Castelnuovo Bocca d'Adda.
Da
noi
l'Adda
é
generosa:
alimenta
due
centrali
elettriche:
quella
del
Linificio
e
l'altra
termoelettrica;
specchia
il
castello
che
prima
del
canale
Muzza
sorgeva
sul
fiume;
fiorisce
la
colonia
elioterapica
per
la
festa
dei
bambini;
bagna
il
Traversino
per
l'estate
dei
poveri;
genera
il
canale
Muzza
che
tutta
l'asciuga
nei
momenti
di
magra;
alimenta
tutti
i
canali
di
irrigazione;
supera
i
ponti
di
Groppello
per
Fara,
di
S.
Giovanni
su
cui
corre
la
statale
padana
superiore,
e
quello
della
ferrovia
Milano-Venezia.
L’Adda
forma,
per
contare
soltanto
quelle
vicino
a
noi,
le
centrali
elettriche
di:
Calusco,
Robbiate, Paderno, Trezzo, Crespi, Fara, Cassano.
Riceve
acqua
da
due
affluenti:
il
Brembo
ed
il
Serio,
ma
per
riversare
tanta
ricchezza
di
acque,
a
mezzo
di
numerosi
canali
emissari,
sul
circostante
anfiteatro
morenico
sassoso e sabbioso che, senza l’Adda, diventerebbe una steppa.
Da
destra
esce
dall’Adda
la
Roggia
Vailata
,
a
Cassano
il
Retorto
che
si
triforca
nella
Cremasca, nella Pandina e nella Rivoltana.
Dalla
sponda
sinistra
derivano
a
Concesa
il
Naviglio
della
Martesana
e
a
Cassano
il
canale Muzza.
In
località
di
Marzano
presso
Merlino,
dà
origine
al
terzo
canale
di
irrigazione
lombardo:
al
canale
Marzano
o
Vacchelli
o
del
Consorzio
d'irrigazione
cremonese,
il
più
piccolo,
il
più recente.
E'
incredibile
per
noi,
oggi,
credere
come
i
fiumi
potessero
rappresentare
un
ostacolo
insormontabile
militarmente.
Cassano
può
giustamente
definirsi
il
paese
delle
battaglie
per
i
numerosi
scontri
militari
che
la
sua
storia
registra.
Proprio
per
i
suoi
canali.
Napoleone
Bonaparte,
generale
praticissimo
di
strategia
militare,
affermava
che
l’Adda
é il fiume più strategico del mondo: “l’Adda é il fiume più difendevole di tutta l'Italia”.
Oggi,
domata
la
natura,
ci
accorgiamo
solo
in
occasione
delle
grandi
piene,
quando
l'acqua,
superando
gli
argini
che
le
abbiamo
imposto,
provoca
danni
e
costituisce
un
nemico
per
tutti,
che
i
fiumi
ed
i
canali
sono
una
difesa
e
diventano
strategica
trappola
per
il
nemico.
Logico
pensare
alle
difficoltà
che
un
tempo
derivavano
ad
un
esercito
il
guadare
un
fiume
senza
ponti.
L'intreccio
dei
numerosi
canali
ha
deciso
a
Cassano
le
sorti
delle
battaglie
del
Barbarossa,
di
Ezzelino
da
Romano, di Amedeo di Savoia, di Suvarov.
Splendido e quasi sempre azzurro.
Lo
cantarono
poeti
di
tutti
i
tempi,
da
Claudiano
a
Siconio
Apollinare
a
Giosuè
Carducci,
ripreso
da
moltissimi
pittori
tra
i
quali
Leonardo
per lo sfondo della Gioconda e della Madonna delle Rocce.
Veri
e
propri
cercatori
d'oro
con
pazienza
certosina
setacciavano
l'Adda
per
cercare
nelle
sue
sabbie,
da
Cassano
al
Po,
il
prezioso
metallo.
Gente
che
aveva
occhio
nell’individuare
i
"banchi
auriferi".
Non
trovavano
pepite
ma
pagliuzze
dorate,
assommando
qualche
grammo dopo settimane e settimane di fatica.
Arduino,
Re
d'Italia,
nel
1002
concede
al
vescovo
di
Lodi,
Andrea,
il
permesso
di
estrarre l'oro dall’Adda nel tratto compreso tra Galgagnano e Cavenago.
I
valichi
sull'Adda
sono
stati
sempre
molto
importanti
per
le
difese
militari,
per
la
comunicazione
stradale,
perché
costituivano
posti
di
pedaggio
e
tassazioni,
perché
erano
luoghi
di
controllo
sanitario
durante
le
pestilenze,
perché
segnavano
il
passaggio
di
personaggi
illustri
e
pedoni
trafficanti,
e,
non
poche
volte,
luoghi
di
confine
con
nascondigli di bravi e disertori.
Sull'Adda
c'erano
i
seguenti
valichi:
Brivio,
Cornate,
Porto
d'Adda,
Trezzo,
Vaprio,
Canonica, Cassano, Rivolta d'Adda, Paullo, Lodi.
Sono tutti valichi con ponti e resti di castelli.
L'interesse
dei
valichi
si
sposta
da
nord
al
sud
dopo
i
Longobardi
ed
i
Visconti.
Prima
erano
piuttosto
importanti
i
passi
verso
la
montagna,
poi
si
fecero
importanti
i
valichi
di
pianura
dal
secolo
XV
in
avanti,
ove
più
rapide
e
facili
si
facevano
le
comunicazioni
stradali.
Anticamente
il
fiume
è
stato
la
via
più
normale
di
comunicazione,
corrispondeva
all'attuale autostrada.
Recenti
ritrovamenti
di
piroghe
preistoriche
documentano
che
nel
cremasco
e
presso
Pizzighettone il fiume fu solcato da natanti.
Tratto da “I Quaderni del Portavoce n. 6” Questa l’è ca’ mia di Carlo Valli
Fotografie di Renato Siesa