Luigi Cernuschi
PRESENTAZIONE Sulla prima scheda avevo segnato una data: 10.05.1979; è passato qualche anno da allora e nel frattempo le schede degli appunti sono aumentate. Il tutto è nato così, tanto per non dimenticare quei termini, quei modi di dire, proverbi e filastrocche che fin da bambino avevo sentito in famiglia, dai vicini, nel cortile per le vie e le piazze di Cassano; anche se, voglio ricordare, che spesso alcuni termini rimangono residenti solo in famiglia od in corte e perché tramandati in una stretta cerchia di persone, o perché arrivano da famigliari acquisiti che hanno origini fuori città, i cosiddetti « furestée ». Termini e sonorità che man mano abbandonavano la quotidianità in favore dell'avanzata dell'italiano inizialmente e poi di lingue straniere sempre più presenti nei mezzi di comunicazione quali radio, televisione, quotidiani, riviste e, oggi come oggi, portati in casa dal sempre più crescente fenomeno della presenza di migranti nel nostro tessuto sociale. Nello svolgimento della mia professione, ho avuto modo di incontrare, come pazienti, molti « furestée » provenienti da circa sessanta nazioni diverse. Se qualche decennio fa i « furestée » erano persone provenienti da cittadine limitrofe o, al massimo, da regioni del sud, già dalla fine degli anni Ottanta è andato sempre più aumentando la presenza di migranti dai quattro angoli della terra; ormai Cassano ha assunto, sotto questo aspetto, tutte le caratteristiche di una metropoli come lo sono sempre state Milano, Roma, Venezia e così via. È chiaro, a questo punto, che il nostro « idioma » ha cominciato da prima ad essere sostituito dall'italiano e poi, non più allenati alla parlata, ad essere quasi dimenticato. Diventa, a questo punto, importante fissare sulla carta quanto ancora di lui sopravvive. Tra le priorità è stato, per me, recuperare quei termini peculiari che in generale non hanno un equivalente diretto legame con la lingua nazionale ma, al contrario, sono fonemi esclusivi soprattutto per il loro significato, spesso difficile da tradurre, e per la loro etimologia. Così facendo, è quasi venuto naturale scoprire come il « dialetto » è stato un attento custode della nostra Storia sviluppatasi nel corso dei secoli. Questa evenienza si è verificata anche per il fatto che Cassano, da sempre, si trova in posizione strategica sul territorio e, quindi, luogo di transito, incrocio, commercio ma anche di contrasto e conflitto fra le varie popolazioni ed accadimenti storici. Come il pescatore che fa pesca di fondo con la rete durante l'ondata di piena e raccoglie di tutto al sollevarsi del quadrato, anche se a volte qualche pesce sfugge alle maglie, così il dialetto ha raccolto nel tempo e fatto tesoro di ogni singolo lemma che potesse essere utile nella quotidianità. Ecco allora rimanere nella parlata termini celtici, latini, greci, longobardi, francesi, spagnoli, tedeschi e persino arabi. Un ricco mosaico di tessere di vari colori, con tonalità e sfumature sempre più diverse a formare un vasto racconto che ci contraddistingue, nella sua peculiarità, da altre popolazioni. Con questo volumetto non penso proprio di aver affrontato in modo esaustivo la nostra parlata. Ho cercato, nei limiti delle mie modeste competenze e conoscenze, di codificare la fonetica e quindi la grafia dei lemmi. Ho cercato di indagare anche sull'etimologia, qui supportato dall'amico Fausto, forzandone magari un po' i risultati. L'importante è stato discriminare fra termini che erano volgarizzazione di parole italiane o, al contrario, italianizzazione di termini dialettali. Compito a volte difficile perché seppur Cassano sia una piccola cittadina, tuttavia chi abita nella zona della cosiddetta Ca’ Bianca, leggi zona centrale che comprende la Via Vittorio Veneto e la Villa Borromeo appunto la Ca’ Bianca, ha un’inflessione dialettale differente da chi abita alla Volta, zona dove il Naviglio della Martesana volta verso Milano, o zona Castello e zona Cantón cioè Via Mazzini ma, ancor più, rispetto alle frazioni di Groppello dove si ha un’inflessione dichiaratamente milanese per non parlare di Cascine San Pietro dove il Cremasco colora ancora diversamente la parlata. Io, nato in Ca’ Bianca, ho comunque cercato di raccogliere tutte le glosse sebbene non alieno da imperfezioni se non veri errori, rischio che tuttavia ho voluto correre pur di fare un punto fermo sulle ultime testimonianze della nostra parlata prima che la nebbia del tempo cancelli anche gli ultimi lacerti naufraghi superstiti del nostro idioma. Perdonerete, quindi, e sarete indulgenti se non tutto collimerà con i vostri ricordi ed i vostri fonemi. Come avviene di solito in tutti questi tipi di pubblicazioni, sarebbe auspicabile nel tempo un aggiornamento ed un affinamento dei lemmi seguendo i suggerimenti degli attenti lettori, così che nel tempo possa rimanere una piccola eredità della parlata che sempre è risuonata dentro e fuori le case, per le vie, nelle piazze, nei luoghi di lavoro, d'incontro, di quotidianità, insomma una sorta di pennello che dia colore a tutti i momenti della vita quotidiana della nostra città. In chiusura, colgo l’occasione per ringraziare l’amico prof. Fausto GILLI per la fattiva e preziosa collaborazione sia nel rivedere tutto il « corpus » del glossario ma, soprattutto, nella meticolosa, fruttuosa ricerca di reconditi natali, ossia etimi, delle varie glosse: grazie Fausto, “ad eundum”. L'amico Renato SIESA, gestore del sito «www.vivicassano.it», che con lungimiranza ha già pubblicato online un ricco e dovizioso dizionario dialettale. Un particolare ringraziamento, poi, va anche a mio figlio Simone, dottore in informatica, che, prodigo di utilissimi consigli, ha facilitato la composizione e stesura del testo in maniera agile ed editorialmente perfetta. Infine, parlando di dialetto, credo sia doveroso ricordare tutti i Cassanesi che, anche con scritti, hanno contribuito al perpetuarsi del dialetto, in particolare chi ha dato lustro alla nostra parlata declinandola in versi poetici, mi riferisco a Marisa COLOMBO e Rosetta RAVASI, premiate nel 2005 col quinto " Sangiovanninodoro ", anche se ora Rosetta può seguirci solo da lassù. Luigi CERNUSCHI INTRODUZIONE DELL’OPERA Tale pubblicazione ha lo scopo di dimostrare che il dialetto si può riportare e mettere per iscritto. Ciò mette subito in luce che tale lingua esiste scritta e proprio questo particolare è motivo di storia nonché di diffusione. I vari dialetti, tra cui quello cassanese, sono si parlati ma trovano la loro dignità in quanto scritti. Vero e che alcune espressioni, poche in verità, non sono codificabili e benché meno traducibili, ma frutto soltanto capacità della parlata di esprimere immediatamente i fatti della concreta quotidianità. Diverso di contrada in contrada, in quanto chi parla vive in uno specifico contesto, che intende descrivere. Come abbiamo scritto il dialetto coglie l’attimo e di esso fornisce un’interpretazione; una parlata di tutto rispetto, che immancabilmente e positivamente ci introduce in un’immagine o in un fatto che in parole povere viene condensato. Coloro che sono del posto, soprattutto persone di una certa età, lo comprendono e colgono le differenze. Inoltre, il tempo e la presenza di alcuni vocaboli, o neologismi, hanno imbastardito il vero dialetto, esclusivo patrimonio della saggezza antica. Recentemente si è fatta erroneamente strada l’opinione che il dialetto non è codificabile, è possibile ed opportuno scrivere; noi invece affermiamo e dimostriamo l’opposto. Non è assolutamente vero che i giovani sono distaccati da tale parlata, essi sono stati semplicemente esclusi da essa. È naturale, peraltro, che in tale opera si rispecchino di più gli anziani, che magari parlano ancora o che hanno sentito parlare il dialetto locale, che li ha interessati e che con essi è rimasto e si è diffuso. Tale precisazione e convinzioni si dovevano al lettore che consulterà tale testo, scritto appositamente per divulgazione e limitazioni dei vocaboli in esso usati secondo precisi canoni, che non è stato semplice trovare e scrivere. Ma anche chi ha e ha avuto una certa familiarità col dialetto cassanese è chiamato in ballo e per fornire il personale apporto, e questo, affinché il dialetto non diventi parte solo di una categoria di persone, ma fenomeno collettivo. Si tratta, questa, di un’opera assai impegnativa e in quanto tale ha richiesto della fatica, dell’impegno, della capacità, della conoscenza e … del tempo. Inoltre, tale opera, in cui si è voluto regnasse la precisione, è e sarà soggetta, inevitabilmente, a critiche, nonostante noi si creda di essere riusciti a scrivere il dialetto con cura e attenzione alla trascrizione. Ogni singolo vocabolo è stato scritto, analizzato, etimologicamente spiegato e inserito in un contesto specifico. Nella presentazione dei vari termini dialettali, esistono interessanti flessioni e modi dire, nonché proverbi di antica formulazione e motivo di studio e assimilazione per il lettore di codesta opera. Tanto vi si doveva e nelle nostre intenzioni era il non deludervi. Fausto GILLI POSTFAZIONE Già durante la raccolta dei singoli termini, ed ancor più durante la trascrizione prima su supporto cartaceo ed informatico poi, sono sorte spontaneamente alcune considerazioni. Prima fra tutte i crediti che la nostra parlata ha nei confronti delle molte popolazioni che, o stanziali o migranti, hanno lasciato un segno della loro presenza attraverso termini altrimenti non intrinseci e costituenti il dialetto. La stragrande varietà delle parole, poi, è legata alla quotidianità, al lavoro, alle esigenze dei fabbisogni principali della vita anche se poi, deposti i panni del lavoro, prevalentemente l’artigiano, il contadino e tanti altri Cassanesi usavano porsi domande « esistenziali » attraverso riflessioni sul loro operato. E qui ognuno, a seconda della propria fantasia, capacità, abilità, sagacia ed ingegnosità, ha dato il suo contributo in pensieri, espressioni, battute più o meno salaci, aforismi e proverbi usando quello strumento che noi chiamiamo «saggezza popolare» Quello, poi, che più evidentemente salta all’occhio è l’impegno a sottolineare alcuni peculiari aspetti del carattere e della personalità dei Cassanesi; quasi un’introspezione a carattere di ricerca psicologica. Stupisce, poi, quanti termini siano stati spesi soprattutto per sottolineare il profilo negativo dell’individuo a discapito delle sue buone qualità! Del resto da sempre fanno notizia la disgrazia, il dolore, la trasgressione alle norme, la canzonatura, difficilmente vengono alla ribalta le buone persone e le buone azioni quasi fossero atti dovuti e scontati. Aveva ragione chi, esasperando il paradigma, il cane che morde un uomo è un fatto scontato, di contro la notizia è quando un uomo dovesse mordere un cane. Concludendo, questo lavoro vuol essere solo una sollecitazione, una sorta di sasso in piccionaia, atto a smuovere le acque per far che non solo il dialetto lo si continui a parlare, ma che lo si possa tramandare attraverso la testimonianza scritta di chi voglia aggiungere ulteriori tasselli, cioè nuovi termini qui non presenti perché non conosciuti o persi nei meandri della memoria personale. « Dèmas una muüda, alùra «Ó fà quèll ch’ó pudü, fàga da mèi chi poé
Esempio di come è organizzato il dizionario
I DUNÈTT DA MÈSA PRÌMA Vignìvi ‘ndrée l’utrérr matìna, dòpu ‘na nòcc tüta ‘n gaìna cul Pèpp Scarlìga e ‘l Rìcu Pèla, (cun lùrr ho fà ‘l bagàj e la guèra) quánt l’impruìša, foéura da la strecièta a védi da córsa pasà ‘na dunèta che, tirlìcch-tirlècch, in cóo ‘l panètt, la pestàva i pée in tèra cui sibrètt. «A vìi ‘nduè» dìši «inscé ‘n prèsa?» «A vóo a la géša» la fà «a la prìma mèsa. Gh’ó da cercà ‘na gràsia al Signùrr, però gh’ó d’indà avànti i sètt ùr, se nò la Giüdìta, l'Anèta e la Pìna ma róbann al pòst e, alùra, s’ciàu cinquìna!»
il Piccolo Glossario dialettale Cassanese e il DVD che riporta alcune poesie dell’autore e altro, sarà disponibile dopo la presentazione che avverrà il 10 dicembre 2021 in occasione della serata dedicata «alla tutela e promozione del dialetto Cassanese» che si terrà presso il TECA, Teatro Cassanese, il 10 dicembre alle ore 21,00 potrà essere prenotato anche presso questo sito www.vivicassano.it e presso l’autore dottor Luigi Cernuschi il ricavato del libro sarà devoluto al Gruppo Guide Cassano per il restauro della statua di San Giovanni Nepomuceno posta sul ponte dell’Adda