Pio
Luogo di S. Maria dei poveri Pag 1
Si tratta di un’organizzazione religiosa assistenziale caritativa che, staccandosi da precedenti confraternite per una indipendenza amministrativa, rimase ossequiente per godere dell’assistenza spirituale. Si distribuivano, pane, vino, doti per il matrimonio di fanciulle povere; si assistevano gli ammalati e si provvedeva al suffragio dei defunti. Troviamo questa istituzione cassanese in un documento di divisione di beni del duca Filippo Maria Visconti nel 1411. Gli scolari avevano l’altare di S. Maria in chiesa parrocchiale e 120 pertiche di terra. I loro beni erano esenti da tasse. Questa “Scuola di S. Maria” era bene organizzata. La comunità eleggeva per l’amministrazione dei fondi due consiglieri fra le nobiltà e due fra i poveri. C’erano gli anziani, i consoli e i consiglieri. La presidenza era formata da Lorenzo Fano, Giacomo Melegari, Giacomo Sitti e dal Console Giovanni Sitti, che avevano il diritto di proporre al Vescovo il cappellano del chiericato di Ss. Giovanni e Antonio. Tratto
da “Un borgo e la sua gente” – Storia di Cassano d’Adda Vol. I
– Carlo Valli Le Confraternite Avevano sepolcreti propri nella chiesa. Troviamo nei registri gli elenchi dei defunti appartenenti alle Confraternite del SS. Sacramento e del Rosario, tumulati nei rispettivi sepolcreti scavati nel pavimento della chiesa. Per la pratica dei loro esercizi di pietà e per i consigli amministrativi si raccoglievano, al suono della campana, in giorni stabiliti in qualche chiesa o oratorio o cappella loro assegnata dalla autorità ecclesiastica nell'atto dell'erezione della Compagnia. Qui salmeggiavano nei giorni festivi assistevano alla sacre funzioni celebrate da un proprio cappellano, promuovevano il decoro della propria chiesa e si esercitavano in opere di pietà conforme al loro rispettivo istituto, principalmente verso i loro confratelli bisognosi, inferni o defunti. Nacquero molto anticamente. Se nei primi tempi della Chiesa non sussistevano organizzate c'era però fin d'allora la sostanza e lo spirito. I primi cristiani che, come riferisce S. Luca negli "Atti" cap. 2, si erano uniti insieme, poi sedevano in comune, vendevano le loro terre e i loro beni e li distribuivano a tutti secondo i loro bisogni, e perseveravano ogni giorno nel tempio nel lodare Iddio, ci rappresentano la più perfetta Confraternita. Anche la vita in comune introdotta nel IV secolo dai monaci, che erano laici, ci rappresenta altrettante Confraternite. La fraterna unione di persone anche secolari per gli esercizi di religione e per le opere di carità da farsi in comune, ci fu sempre nella Chiesa. La nuova forma delle Confraternite pare si possa vedere con fondamento in alcuni Ordini religiosi. San Domenico e San Francesco e altri fondatori di Ordini religiosi, istituirono i Terzi Ordini religiosi, che all'origine erano adunanze di persone secolari che vivevano nelle loro case e nel loro stato, ma osservavano alcune regole, intervenivano alle sacre funzioni nelle chiese dell'Ordine, portavano qualche distinzione ed erano messe a parte dei vantaggi spirituali dell'Ordine medesimo. Nel secolo XVI s'erano assai moltiplicate sotto diversi titoli, con regole e abiti diversi. I Papi stessi ne eressero molte e le caldeggiarono concedendo privilegi di indulgenze. Anche i Vescovi ne eressero parecchie nelle loro Diocesi. Era cosa difficile trovare una Parrocchia che non ne avesse una o più. Non c'era quasi persona, che tra le più distinte per nascita, ricchezze e impiego non appartenesse a qualche Confraternita. Tanta premura da parte dei Vescovi era giustificata dai vantaggi spirituali che in abbondanza provenivano: il decoro delle chiese e le sacre funzioni, la frequenza ai sacramenti, la santificazione della festa, la buona educazione dei figli, l'esercizio della carità. La pietà dei Cassanesi fu sempre distinta: una delle prove sono le Confraternite che nei vari tempi sorsero e prosperarono. Alcune Confraternite vestivano un abito particolare di tela: vario nel colore, nella forma e in altri segni particolari, distinguendo così le une dalle altre. Le donne non avevano alcun distintivo. L'abito prima benedetto lo ricevevano da un sacerdote delegato dal Parroco, che portava il titolo di Primicerio. Alcuni prima di riceverlo facevano il noviziato per tempo stabilito dagli Ufficiali. Pio
Luogo di S. Maria dei Poveri Di seguito si forniscono alcune rapide notizie sul Pio luogo di Santa Maria dei poveri emerse dagli Archivi.
La comunità elegge annualmente 4 incaricati per l'amministrazione dei beni.
· 1611 - Il Luogo Pio dei poveri, o scuola dei poveri o della carità, possedeva una casa divisa in tre parti: cantina a pianterreno per la distribuzione del vino ai poveri, luogo di riunione sia dei deputati della città come per i reggenti di detta scuola, e il predicatore della quaresima. Si conservano documenti del Luogo Pio da oltre 140 anni. A Natale a ogni famiglia veniva distribuito pane e vino; così pure per il Capodanno, Epifania, Pasqua e Corpus Domini. In tali occasioni ai poveri si distribuivano anche lana, panni, calzari e altri doni. Si provvede ai malati con medicine e per il medico. Si facevano celebrare dieci offici. Vi erano fondi di case e terreni dai quali trarre il denaro per la lampada e la cera in chiesa. Quando un povero aveva bisogno, veniva assistito se portava ai deputati l'attestato di povertà. I beni del Luogo Pio non potevano essere alienati senza l'autorizzazione del Vescovo. · 1612 - Fu alienato l'oratorio di S. Bernardino con caseggiato e beni annessi, amministrati dal Pio Luogo. Passarono ai Padri Gesuati di S. Gerolamo in Milano fino al 1666. · 1624 - Visita pastorale Campora: Il Luogo Pio era amministrato da 12 reggenti eletti dalla comunità, che duravano in carica un triennio. · 1645 - Visita pastorale Visconti: Altare della Madonna dei poveri, con immagine della Vergine dipinta col Bambino in nicchia chiusa. A questo altare c'era un consorzio senza ospedale, con molti beni che si dividevano tra i poveri del paese, senza obbligo di messe. · 1650 - Istrumento per la fondazione della cappellania della Confraternita. I deputati erano: Gaspare Honesti, Gerolamo Corneo, Francesco Bertoloni, Stefano Morabelli. · 1674 - Visita pastorale Isimbardi: all'altare della Madonna dei poveri fu eretto un beneficio semplice detto il Baraggino, goduto da don Francesco Isolano. · 1702 - Visita pastorale mons. Croci: del Luogo Pio era cappellano don Giovanni Battista Carini; doveva distribuire pane e vino ad ogni famiglia a Natale, Capodanno. Epifania, Pasqua. · 1720 - Cappellano era don Carlo Antonio Brambilla con obbligo di quattro Messe alla settimana all'altare di S. Maria dei poveri. · 1723 - Il palazzo o casa della comunità si trovava presso la chiesa. Una finestra della casa della comunità era vicinissima alla porta della chiesa. Da detta finestra si distribuiva pane e vino. · 1724 - Da questa finestra nel marzo il sacrestano, suonata l'Ave Maria del mezzodì trovò una bambina appena nata e abbandonata. · 1776 - Si costruì la nuova chiesa. Venne eretto il nuovo altare di S. Antonio e fu dipinta la tela dello Schieppati della Madonna dei poveri. Tratto
da “Un borgo e la sua gente” – Storia di Cassano d’Adda Vol. II
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