Avendo letto nel testamento di Antonia Brambilla Tami,
figlia di Ferdinando Brambilla, morta nel 1869 senza eredi, che lasciava
in eredità al cugino Giuseppe Legnani di Cassano d’Adda, sedici
dipinti del defunto Ferdinando, ci siamo incuriositi e ci siamo chiesti
che fine avessero fatti questi preziosi dipinti. Ci siamo messi alla ricerca di notizie sui
discendenti di Giuseppe Legnani, per capire se questi dipinti fossero
ancora presenti sul nostro territorio o almeno in Italia (se mai siano
arrivati). Con il grande aiuto dei Quaderni del Portavoce di don Carlo Valli, siamo riusciti a inserire
altri tasselli nella nostra ricerca: oltre alla famiglia Legnani,
abbiamo nei discendenti, la famiglia Rusca e la famiglia Corsini, dei
probabili aiuti. Abbiamo ritrovato dal libro dei battesimi dell'Archivio Parrocchiale di Cassano d'Adda che Giuseppe Legnani nacque il 6 ottobre del 1803, rimase vedovo di Utz Giovannina dalla quale ebbe tre figli: Enrico (1833-1900) padre della Compagnia di Gesù, Marianna (1834) e Cesare (1835). Dalle registrazioni dello stato d'anime dell'archivio Parrocchiale di Cassano d'Adda, risulta che nel 1881 la famiglia Giuseppe Legnani era così composta:
Dopo aver acquisito queste ultime notizie, la nostra attenzione si è concentrata su Marianna e Cesare. Essendo Marianna, nel 1881 all'età di 47 anni, nubile e quindi senza probabili eredi, si è passati all'attenzione di Cesare. Come citato sopra, Cesare rimase vedovo di Bosisio Sofia dalla quale ebbe due figlie: Giuseppina e Giovannina. Giuseppina (1864-1928) si maritò con Luigi Corsini (1861-1939); Giovannina (1865-1931) si maritò con Pietro Rusca (1859-1932). Dai Quaderni del Portavoce si apprende che Pietro Rusca lasciò erede unico il cognato Luigi Corsini, e quindi si presuppone che non avesse eredi. Dai Quaderni del Portavoce si apprende altresì che Luigi Corsini, alla sua morte, elargì tutto l'intero cospicuo patrimonio alle cause pie ed ai poveri; beneficò l'asilo di Cassano e quello di Roncobello, le scuole, l'ospedale di Cassano e quello di Cologno al Serio, il ricovero dei vecchi lasciando fabbricati e terreni; donò alla chiesa per i restauri e decorazioni 150.000 lire. Alla gioventù maschile di Cassano d'Adda lasciò il palazzo Legnani con ampia area per le scuole di religione e cortili per gioco. Mons. Favalli alienò questa meravigliosa eredità. Anche in questo caso si presuppone che non avessero avuto eredi.
Il nostro cammino per ora si ferma qui, consapevoli che la strada per la ricerca dei quadri di Ferdinando Brambilla è quasi impraticabile; però le nostre speranze ci obbligano a continuare questa ricerca. Ogni piccolo anche insignificante indizio ci potrebbero aprire nuovi spiragli; confidiamo quindi su chi, avesse notizie, anche per sentito dire, o da fonti incerte, di voler mettersi in contatto con questo sito, alla ricerca dei dipinti del nostro concittadino Ferdinando. |
La famiglia Legnani a Cassano è una delle famiglie più
illustri nell'800 e nel primo 900, per censo ma soprattutto per
laboriosità, per carità e per virtù spiccatamente cristiane. Da questa famiglia proviene Mons. Marcellino Legnani
(1799-1872) prevosto di Soresina, rettore del Seminario di Cremona,
arciprete di Paderno Ponchielli. Fratello del canonico monsignore, è don Luigi Legnani
(1800-1864), che a 50 anni si fa sacerdote. Morto in concetto di santità,
benemerito per l'assistenza ai carcerati. Fratello dei precedenti è Costantino: ideatore della
ceramica e terraglia: fabbrica ricercatissima che dà lavoro a molti
operai. Altro fratello è l'ingegnere Giuseppe, che sottentra nella
direzione della fabbrica di maiolica, padre del gesuita P. Enrico
(1833-1900), notissimo per santità, scienza, apostolato missionario e
pubblicazioni, e di Cesare che continua il lavoro della ceramica. Da Cesare Legnani arrivano le due figlie: Giuseppina morta
nel 1928, sposa al comm. Luigi Corsini, e Giovannina morta nel 1932,
sposa all'ing. Pietro Rusca. La famiglia Legnani nel primo '800 era entrata in possesso,
per regolare acquisto, dei beni del soppresso convento dei Cappuccini.
Restituisce alla Chiesa quello che alla Chiesa era stato maltolto dallo
Stato. La proprietà Legnani era costituita dalla fabbrica della
ceramica, dall'ortaglia dei frati, dal palazzo Legnani e da un'altra
serie di case in via Mazzini. Nel 1957 mons. Favalli alienò quasi tutta
la proprietà Legnani Corsini Rusca. |
Da: “I Quaderni del Portavoce” n. 10 di Don Carlo Valli “Le nuove parrocchie Le antiche chiese Alcune istituzioni” |
Nacque a Cassano il 29 giugno 1859 da Luigi e da Costanza
Arnaboldi e morì a Cassano il 22 marzo 1932 a 73 anni. Era fratello di
don Giuseppe Rusca, per tanti anni cappellano della parrocchia, morto
nel 1917. Uomo di stampo antico: religioso convinto, entra nella vita
della parrocchia tra le personalità più importanti nelle varie
organizzazioni: socio della Congregazione, confratello del SS.
Sacramento, per tanti anni presidente della fabbrica, socio di Azione
Cattolica. Fu di carattere rude ed autoritario, più nella apparenza
che nella realtà, temperamento originale, qualche volta un po' estroso,
larghissimo nella carità, amministratore scrupoloso, tenace nelle
convinzioni e nelle decisioni, di intelligenza robusta, aperta ai
nuovi problemi dell'industria e della tecnica del lavoro e di attività
infaticabile fino alla morte. La sua famiglia risulta tra i possidenti terrieri da secoli
negli annali cassanesi: la cascina S. Bernardino, la cascina Carbona e
la Cascina Nuova, oltre alla Corte del Borella, il palazzo detto
Collegio e l'attuale proprietà delle Canossiane e Marforio. Benemerito del Linificio Nazionale e della classe operaia,
fu consigliere nell'amministrazione, poi vice reggente, direttore del
linificio di Cassano, reggente, amministratore generale. Dal 1923 al 1927 costruì in Cassano la centrale elettrica
per il Linificio: opera che merita considerazione. Cugino del Vescovo Cazzani, mantenne sempre con lui
rapporti di confidente stima. Era zio della signorina Luigia Rusca che alla parrocchia,
nel 1925 lasciò il terreno per l'erezione degli oratori maschile e
femminile: attuale area dell'oratorio femminile e Villa Prandoni. Era marito della signora Giovannina Legnani, morta il 5
marzo 1931, e cognato del comm. Luigi Corsini, a cui lasciò in eredità
tutte le sue sostanze. Fu amico di don Alessandro Sperlari, che morì
improvvisamente a Fondra nel 1921 mentre era in villeggiatura estiva con
l'ing. Rusca. L'ospedale, il ricovero, l’ECA, la parrocchia gli devono
riconoscenza. Da: “I Quaderni del
Portavoce” n. 10 di Don Carlo Valli “Le nuove parrocchie Le antiche
chiese Alcune istituzioni”
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Nacque a Cassano il 25 maggio 1861 da Giovanni e da
Cremonesi Cristina da famiglia oriunda bergamasca. Musicista squisito,
intelligente, appassionato di letteratura classica e moderna,
possedeva ricca biblioteca. Aveva insegnato nelle scuole elementari
qualche anno. Sposò Giuseppina Legnani: delicatissima anima, erede di
antiche nobili virtù, cui fu legato da tenerissimo affetto e
ammirazione. Lavorò nell'industria, essendo entrato nella famiglia e
negli interessi di casa Legnani. Ben presto entrò nelle pubbliche
amministrazioni, per un cinquantennio. Fu presidente per lunghi anni
della Congregazione di carità e delle Opere Pie. Curò il reparto
tubercolotico dell'ospedale. Fu anche podestà. Largo sempre di
beneficenza ai poveri. Amante della montagna, sentiva il richiamo di
Roncobello, ove ogni anno passava la vacanza estiva, e si concedeva una
vacanza a Roma nelle festività pasquali. Fu anche insignito della
commenda della corona d'Italia. Cattolico ferventissimo, diresse la
Schola Cantorum negli anni giovanili con raffinato gusto e competenza. Morì a Cassano, nella casa Legnani, il 21 aprile 1939
all'età di 78 anni. Depositario ed interprete fedele delle intenzioni
religiose e benefiche di casa Legnani e del defunto cognato ing. Rusca,
che a lui aveva lasciato per eredità tutti i beni; in morte elargì
tutto intero il cospicuo patrimonio alle cause pie ed ai poveri. Beneficò l'asilo di Cassano e quello di Roncobello, le
scuole, l'ospedale di Cassano e quello di Cologno al Serio, il ricovero
dei vecchi lasciando fabbricati e terreni; donò alla chiesa per i
restauri e decorazioni 150.000 lire che diedero a Mons. Favalli coraggio
e possibilità di continuare i lavori. Alla gioventù maschile di
Cassano d'Adda lasciò il palazzo Legnani con ampia area per le scuole
di religione e cortili per gioco. Mons. Favalli alienò questa
meravigliosa eredità.
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Da: “I Quaderni del Portavoce” n. 10 di Don Carlo Valli “Le nuove parrocchie Le antiche chiese Alcune istituzioni” |