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Fin dall'antichità l'acqua è apportatrice e sinonimo di
ricchezza. Non è neppure pensabile la fondazione di una città o di un
centro abitato lontano da una sorgente d’acqua. L'acqua è utilizzata
per i vari scopi che man mano lo sviluppo sociale richiede: irrigazione,
difesa, forza motrice. I primi canali d'irrigazione sono opera dei romani che
trasformano l'Insubria in una delle regioni più fertili d'Italia.
Durante le invasioni barbariche tutto il sistema cade in disuso. Nella
prima metà del secolo XII i monaci cistercensi dell'abbazia di
Chiaravalle progettano il recupero d’alcuni canali, come il Vettabbia,
che collega Milano al Lambro, ed il Ticinello, canale dì difesa
scavato dai milanesi a segnare il confine tra Milano e Pavia. La
canalizzazione delle acque dell'Adda è della prima metà del XIII secolo
con l'apertura della Muzza. Agli scopi difensivi, irrigui ed energetici si aggiunge
quello della navigazione interna. Questo è per secoli il compito
fondamentale dei Navigli. Il problema dei trasporti diventa sempre più importante:
nasce la richiesta di trasporti veloci ed economici per un’economia
che si modernizzi. La rete dei trasporti dà a Milano la crescita di
capitale economica. Con gli Sforza nel 1457 inizia il Naviglio della
Martesana per collegare Milano ai passi alpini dello Spluga e dell'Engadina,
attraverso l'Adda e il lago di Como. Il Ticino viene collegato a Milano col Naviglio Grande.
Artefice di queste opere idrauliche è l’architetto Bertola da Novate. Anche Leonardo Da Vinci è interessato a queste opere,
perfezionando l'uso delle conche. Si stacca dall'Adda sotto Concesa, nei pressi del convento
dei Carmelitani dopo che il
grande fiume ha accolto il Brembo, a Crespi d’Adda. Segna, nel suo
percorso, il confine inferiore meridionale della Brianza. L'origine di
questo canale risale al 1457. Il Bruschetti (Storia dei progetti e
delle opere per l'irrigazione del milanese - Lugano 1834) dice:
"dopo l'esempio della Muzza, che fu il primo canale derivato
dall'Adda sulla destra sponda per l'irrigazione delle terre del
Milanese, fra Cassano e Lodi, era naturale che si pensasse a dirigere
ugualmente le acque del fiume Adda disponibili in un punto alquanto
superiore al distacco della Muzza per adacquare abbastanza e quindi
fertilizzare i terreni situati al disopra e al disotto dalla linea fra
Cassano e Milano". Si deve al duca Francesco Sforza d’avere
l'1.7.1457 imitati i precedenti esempi della Muzza e del Naviglio Grande
col derivare, a spese dello Stato, dall'Adda un altro canale
d'irrigazione e di navigazione (quindi per l'agricoltura, il commercio
ed il turismo). Il sistema di canali navigabili che da Milano s’irradia
verso tutta Il più importante naviglio di Milano è il Naviglio
Grande, realizzato dal 1177 al 1227, lungo Il Naviglio Pavese, compiuto solo nel 1819, si rivolge come
via di comunicazione oltre che a Pavia all'area genovese. I Navigli restano una delle opere più significative
dell'ingegneria e della civiltà lombarda. Il nostro Naviglio è detto Piccolo o Naviglio della
Martesana o anche Naviglio Ducale, per distinguerlo dal Naviglio Grande.
All'archivio di stato c'è una lettera ordinanza dell'1.7.1457 con la
quale il duca Francesco I Sforza, dispone la costruzione di un
naviglio procedente dall'Adda a cura del Commissaro Russino de Pioti con
l'assistenza di Bertola da Novate. Tesoriere dell'opera fu il nobile Emabuele de Jacobbi e
ragioniere Daniele da Maritano (archivio di Stato, Naviglio Martesana).
I lavori furono eseguiti dal 1457 al 1565, superando gravi difficoltà:
la derivazione di un corso d’acqua da un tratto assai rapido
dell'Adda, lo scavo di un canale in terreno sassoso, l'attraversamento
di un torrente Molgora e del fiume Seveso. Derivato mediante una diga posta attraverso la corrente
dell'Adda, tra Trezzo e Vaprio, il canale (allargato più tardi) corre
per un tratto parallelo al fiume fin presso Cassano e poi se
n’allontana deviando verso Milano. Raggiunse Milano in seguito, arrivando in un primo tempo
fino al Seveso nel quale si scaricava insieme con le piene del Lambro.
La navigabilità della Martesana fu ottenuta nel 1471 sotto Galeazzo
Maria mediante una conca costruita presso Gorla tra il Lambro e il
Seveso e superando il dislivello tra l'incile e lo sbocco con le altre
conche. Si occupò alla Martesana anche Ludovico il Moro. Nel 1481 era
addetto ai lavori l'Ing. Antonio Brivio. Il Moro per stabilire una
comunicazione diretta fra il Lario e Milano, costruì un canale laterale
per evitare il tratto non navigabile dell'Adda tra Trezzo e Brivio. Di
questo lavoro si occupò anche Leonardo da Vinci che propose un canale
in Galleria. La congiunzione ordinata nel 1496 fu assegnata per
l'esecuzione a Bartolomeo della Valle. Nel 1497 Leonardo spinse le acque
fino a Milano trattenendo il troppo rapido corso mediante conche (Codice
Atlantico dei disegni di Leonardo da Vinci, foglio 328: Adda da Brivio
a Concesa). "Questo canale, scrive Verri P. (nella Storia d'Italia
II), è sostenuto da principio da un argine grandioso di pietra sino
all'altezza di 40 braccia sopra il fondo dell’Adda. La lunghezza del
canale è di circa Il servizio della navigazione che, riferisce il Masetti
(Notizie statistiche intorno ai fiumi, laghi e canali navigabili delle
province comprese nel governo di Milano 1833) nei secoli scorsi ed
ancora nei primi decenni del 1800 era stato fiorente per il trasporto
non solo delle mercanzie e del bestiame, ma perfino delle persone, venne
col tempo a diminuire progressivamente e quindi a cessare del tutto.
Era stata la più pratica linea di comunicazione fra queste terre e
Milano. Da Cassano e da Gropello ci si recava a Milano in barca nel
Cinquecento. Il Cardinale Pozzobonelli si servì dello stesso mezzo fino
a Gropello quando venne in visita pastorale a Gropello, Treviglio,
Fara, ecc. Se ne servivano ancora i nostri nonni anche dopo
l'inaugurazione della ferrovia, ed il viaggio iniziava la sera a
Gropello, e terminava al mattino presso Il sogno di prolungare il Naviglio della Martesana fino al
lago di Como per la navigazione, è antico. Nel 1516 Francesco I
incarica Bartolomeo della Valle e Benedetto Missaglia di studiare il
problema. Ma come superare la stretta di Brivio e livellare il
dislivello di ben Si pensa a delle conche. Ma il progetto viene rimandato.
Sul finire del secolo si riprende incaricando l'ingegner Giuseppe Meda. Ma ancora si sospende il progetto. Il sistema dei Navigli, grazie anche alle migliorie della
tecnica ingegneristica ha il suo maggiore sviluppo sotto Maria Teresa
d'Austria che rende navigabile il Naviglio della Martesana ed il
Naviglio Grande. Questa gigantesca opera d’ingegneria idraulica, tra
le più importanti d'Europa, inizia ad essere distrutta dagli anni
1930 sotto un malinteso processo d’ammodernamento che esige la
copertura dei Navigli di Milano. L'ultima fase di detto procedimento è
del 1969 con la copertura dell'ultimo tratto del Naviglio della
Martesana. Oggi ci si domanda se non sarebbe stato meglio mantenere le
opere distrutte, dato che il trasporto su acque è molto più
conveniente economicamente del trasporto su strada. Nel C'erano gli imbarcaderi, sul Naviglio, in Via Alzaia
Naviglio. L'uso più importante che si ricava dalle acque della
Martesana è oggi senza dubbio quello dell'irrigazione dei campi. E' da
ammirare l'arginatura che a Concesa e a Vaprio sostiene il Naviglio
che si addentra a Gropello nel piano, raggiunge il livello a Cassano,
attraversa Inzago, Villa Fornaci, Gorgonzola, Cernusco, ecc. e muovendo
tramvie, macine, seghe, torchi, filatoi, cartiere, giunge a Milano presso
Porta Nuova e circuita la città, ne esce a fianco di Porta Ticinese per
confondersi con altri navigli. Il Naviglio della Martesana segna una linea interessante di
confine tra l'alta e la bassa Lombardia, fra una specie di coltivazione
e l'altra. Alla destra, la proprietà frazionata è povera e arida, a
sinistra il latifondo ricco e irrigato. A Cassano il Naviglio traccia una nota di romanticismo
poetico alla Volta, dopo aver superato a Gropello il "ruotone"
fatto costruire dall'Arcivescovo Romilli per dare acqua agli abitanti,
ed il ponte della Sansona. Scorre poi accanto ai cascinali Brambilla e Regoledo. Su
questo canale si trasportavano i malati da Cassano all'ospedale di
Milano prima che fosse costruito lo Zappatoni, e si trasportò tutto il
materiale dalla cava di Trezzo per la costruzione della sede della Cassa
di Risparmio delle Provincie Lombarde, "Cà di Sass". Fu
chiamato Naviglio della Martesana perché attraversa l'antico contado
della Martesana che, secondo il Muratori, deriva il nome da un governatore
chiamato Martesio, e, secondo il Giulini, ricorda la località di
Castelmarte "Castrum Martis". Purtroppo non è più un canale pulito, lindo del tempo di
Leonardo. L'acqua qui è utile per l'irrigazione più che per la
navigazione. Le sue funzioni sono state addirittura snaturate, diventato
spesso canale di scarico. A Cassano il Naviglio te lo puoi godere ancora alla Cascina
Volta, sia quando è in piena ed ha la portata di un fiume, sia quando
è in secca, con i bambini improvvisati pescatori, durante la stagione
di spurgo, in cerca di bosc. Dal Naviglio della Martesana a destra nascono la roggia
Crosina, ed a sinistra le rogge Zerbona, Tesorella, Grumo, Nuova, che si
suddivide in due tronchi, e 1537: sotto la bocca de pioli, ricavata dal Naviglio della
Martesana, nel territorio di Cassano, nasce Navigazione sul
Naviglio 26.1.1778: tutti possono navigare fino alle ore Le acque, fino al principio dell'anno 1930, arrivavano nel
piccolo lago artificiale del tombone di San Marco in Milano, superando
la conca della Cassina di Pomm e quella del ponte delle Gabelle; poi
scorrevano lungo la cerchia dei Navigli tra ponti e nebbie e giardini
che rovesciavano nella corrente i rami degli alberi. Nei giorni di nebbia la zona dell'Alzaia era fitta e in
quelli torridi dell'estate i vecchi prendevano il fresco sulle sue
rive, che assicuravano più ricca la ventilazione. Portava barche e
ghiaia, legnami e sassi. Il canale, la cui costruzione risale al XV secolo, era
stato fin dall'origine confermato in modo da poter adempiere
contemporaneamente alla funzione di via navigabile ed a quella di
dispensatore di acque e ad uso irriguo. Il traffico di barche vi si era
svolto fiorente fino ai primi decenni del secolo XIX, ma era andato poi
gradatamente riducendosi a misura che aumentavano le possibilità e i
mezzi tecnici di trasporto per via di terra e la comodità delle nuove
strade statali. Già prima che avvenisse la classificazione del canale
fra le vie navigabili di seconda categoria (1917) i trasporti si erano
ridotti a tonnellaggi assai modesti, essenzialmente di sabbia e ghiaia,
eseguiti con barche di modesta capacità (non oltre 30 tonnellate). Nell'intento di adeguare la via d'acqua alle mutate
esigenze del traffico, il Genio civile di Milano predispose intorno al
1930 un completo progetto d’ammodernamento e sistemazione del
canale. Negli anni successivi vennero compiuti lavori di
regolarizzazione, pavimentazione e in gran parte di completo
rivestimento dell'alveo per un tratto di circa L'ulteriore progresso tecnico dei trasporti per via
ordinaria faceva sì che il traffico per via acqua perdesse praticamente
ogni convenienza. Così il traffico di barche si era ridotto ancora di
più. La legge 18 marzo 1959 n. 141, disponendo la cancellazione del
Canale Martesana dall'elenco delle vie navigabili, è venuta a
sanzionare definitivamente la cessazione di una delle due funzioni che
esso svolgeva in passato, riducendolo anche giuridicamente al ruolo di
semplice dispensatore d’acque ad uso irriguo.
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Il
Canale della Martesana a Cassano in un disegno del 1679 (ASM).