Lettere tra un frate della congregazione di San Rocco e il segretario del S.S. Papa Gregorio XVI

     Beatissimo Padre

Il sacerdote Padre Francesco Maria d'Appignano, (frate) Minore Riformato della Provincia della Marca, servitore umilissimo della Santità Vostra prostrato al bacio dei SS piedi, espone che nella avanzata sua età di anni settantuno si è reso impotente, mediante la perdita quasi totale della vista, a leggere l'Ufficio dei Santi quotidiani, che però per quiete di sua coscienza, supplica Vostra Beatitudine onde voglia degnarsi dispensarlo dalle recite di esso ed assegnargli in vece altra pia opera.

Che dalla Grazia fe.

    

     Sacra Penitenziaria

Al diletto in Cristo uomo Superiore del convento nel quale vive l'istante - Concede facoltà allo stesso istante, accertata la verità dei fatti, di sostituire l'obbligo delle ore canoniche con altre quotidiane preghiere, da lui stesso con discrezione prescelte, nella misura in cui crederà sufficiente, nel Signore, alla salvezza della sua anima, concedendogli, per l'Apostolica Autorità, di cambiare liberamente a suo arbitrio. Si nega la dispensa dal Coro fino a quando avrà la forza di assistervi.

     Dato a Roma nella Sacra Penitenziaria il 23 dicembre 1845

     F/to Ph Pomella Segreatario del Santo Padre

 

Documento proveniente dalla Diocesi di Cremona - Archivio della Curia

Tradotto da: Prof. Fausto Gilli - la lettera originale della Santa Sede è scritta in lingua latina sacrale ottocentesca