La Chiesa
Chiesa di S. Antonio di Cassano d'Adda
(fotografia di R. Siesa)
(fotografia di R. Siesa)
Facciata e capanna stretta tra due lesene che ne rinforzano gli spigoli e chiusa in alto da una semplice cornice dal profilo elementare. È accennata una nicchia rettangolare per un affresco al titolare della chiesa, e da una finestra che assicuri l'illuminazione interna al tempio.
L'interno ha un'unica navata ritmata da tre volte a crociera, che occupa i tre quarti dell'area; un arcone, un basso gradino di pietra ed una semplice cancellata di legno segnano il passaggio al presbiterio più stretto della navata, perché ai suoi fianchi sono ricavati i coretti per i laici.Dietro l'altare maggiore una parete diritta conclude l'edificio sacro, ed in essa due porticine ai lati dell'altare e la specola costituiscono le uniche aperture di comunicazione con il coro retrostante. Due cappelle laterali, collocate al centro della navata; l'una di fronte all'altra.
La chiesa è illuminata dalla finestra di facciata e da quattro finestre laterali.
Una grande ancona di noce intagliato orna l'altare in legno sormontato da bellissimo tabernacolo. La povertà non vuole né marmi né materiali preziosi.Largo quanto e forse, più del presbiterio, è il coro dei frati, ed è in comunione con i dormitori mediante una scala che agevola l'accesso per la recita delle ore canoniche.
Gli altari sono tutti in legno di noce, disegnati e realizzati dai frati stessi, fatti con arte. Li puoi ritrovare anche nei conventi dei cappuccini di Sabbioncello, di Azzio, di Domaso, di Porlezza, di Bellagio; così come puoi trovare lo stesso disegno del tabernacolo a Borno, a Bellagio, a Milano in viale Piave, a Casalpusterlengo, a Pescarenico, tutti eseguiti da fra' Francesco da Cedrate e suoi collaboratori.
Il convento
La Chiesa di S. Antonio
(fotografia di Renato Siesa
(fotografia di Renato Siesa
Di fianco alla chiesa, appoggiato ad essa, c'è il convento. Anche questa costruzione manifesta la povertà e la modestia. A pianta rettangolare, Si sviluppa perpendicolarmente all'asse della chiesa, attorno ad un cortile diviso in due chiostri da un semplice muro. Costruzione a due piani, per l'ospitalità di dodici frati, in parte cantinata.
Il pian terreno ha i locali per la vita comune (sala del fuoco dove d'inverno ci si può riscaldare, refettorio, ghiacciaia) di rappresentanza e di servizi.
Il piano superiore ha le celle dei frati con il coro e la biblioteca.
Al centro del chiostro c'è il pozzo. Il chiostro è circondato non da portici ma da corridoi chiusi.
Un grande cortile dice già il superamento dei canoni architettonici più poveri dei cappuccini del cinquecento e dei seicento.
il campanile
Interessante e curiosa la staticità del campanile poggiante solo per due quarti sul fondamento e per altri due sullo stesso volto della chiesa. Furono dunque insigni benefattori di questa chiesa e convento: Cristoforo Benzi, che vi spese non meno di 50.000 lire, suo fratello Paolo che fece legati per il pane e vino dei frati, l'abate Medici nipote morto nel 1718 che lasciò 100 lire annue per medicinali, il Tadino che lasciò fin dal 1661, 500 scudi, case e terreni per un valore di lire 4.000 ed il marchese D'Adda che spianò il terreno sul quale si costruì, ed ebbe il privilegio di una cappella ad uso della sua famiglia, come desideravano le donne di casa sua, nella cappella di S. Nicola adiacente il loro giardino. (1)
Non è ancora dichiarata la clausura che i Cappuccini diventano benefattori di tutta la Comunità cassanese durante la battaglia del 1705. Nei tre mesi di occupazione militare chi ottenne soccorso e protezione lo deve ai Cappuccini entrati nelle grazie di Monsù de Vendome generalissimo francese. Dato che i mulini sono oltre l'Adda in mano agli Alemanni, i frati, ottengono vettovagliamento per tutti i ricoverati attingendo ai magazzini militari. La clausura è dichiarata nel dicembre 1706, ed i religiosi entrano il 26 giugno 1707 con P. Eleuterio da Milano Superiore.
il campanile della chesa e del convento di S. Antonio
1 Ecco la lettera di concessione: "F. Antonio da Gallarate Ministro Provinciale: Considerando che l'ill.mo Signor Marchese D'Adda è stato uno de' principali, che con ardente zelo hanno promosso la fondazione del convento di Cassano, e riflettendo di più il merito distinto della sua casa tanto amorevole della nostra religione, ho stimato giusto e ragionevole, che il medesimo convento gli corrisponda con qualche contrassegno di stima e di rispetto singolare. Perciò desiderando il medesimo signore per la Sig. Marchesa e dame di sua casa per sentire la Messa e assistere alle funzioni ecclesiastiche, il consenso della definizione, gli si concede a tal effetto una delle cappelle laterali, dentro la quale possono entrare e starsene a fare le loro orazioni e devozioni. Pertanto saranno contenti li superiori, che sono e saranno protempore del suddetto convento di Cassano, di mandare ad aprire la cappella toties quoties ne saranno avvisati della venuta di detti cavalieri e dame, e di prestar loro l'ossequio, che meritano. E per sicurezza di questa mia intenzione ho dato la presente munita del solito sigillo e sottoscritta di mia intenzione nel convento nostro dell'Immacolata Concezione di Milano. 4 ottobre 1705".