Pittore Veronese che ha affrescato la Chiesa Parrocchiale di Cassano d'Adda tra il 1936 ed il 1941 su commissione di
Mons. Aristide Favalli (1882-1962), allora parroco di Cassano d'Adda.
Il ciclo pittorico del Miolato nella nostra chiesa è molto vasto: dalle battaglie di Cassano conduce fino all'adorazione
dell'Eucarestia, al Cristo Re del catino dell'abside, alla serie di Patroni e all'altra serie degli Apostoli e, infine alle cappelle
laterali. Gustosa, pulita e scorrevole è la colorazione usata da questo pittore, a volte troppo facile e caramellata, sempre
però composta e luminosa.
(da "Dizionario Cassanese - Roba da ca' nosta" di Carlo Valli - 2010)
IL CATINO DELL'ABSIDE
da: (Giuseppe Ferri - Gli affreschi del Miolato in S. Maria e S. Zeno - Cassano d'Adda in Immagini)
Soggetto principale del catino dell'abside è il Cristo Pantocratore, il
Redentore adorato dagli Angeli, Sta al centro di tutti gli affreschi, è l'alfa
e l'omega, punto di partenza e punto di arrivo; tutto converge alla sua
figura.
Chi entra in chiesa per la prima volta, è subito richiamato
dall'imponente figura collocata al centro della tazza dell'abside e
dominante l'intero edificio. È il re dell'universo che porta una corona in
capo e sta seduto sulle nubi del cielo (richiamo alla visione della profezia
di Daniele, 7); gli fa da sfondo la luce del sole (nuovo richiamo alla
visione apocalittica) e tiene con la sinistra il mondo, mentre alza la
destra in atteggiamento benedicente.
È un pantocratore sereno, dolce nel volto, realizzato con un succoso
impasto pittorico che conferisce plastica evidenza all'immagine. La principale funzione espressiva è affidata agli occhi
grandi e penetranti e alla mano destra che attira l'attenzione nella sua gestualità benedicente. Gli fa da corona una
schiera di angeli in atteggiamento serafico di adorazione, dipinti volutamente in abiti diversi. Ciascuno ha un modello e
un colore proprio, quasi ad identificare in ognuno di essi le numerose categorie componenti la corte celeste: i Troni, le
Dominazioni, gli Angeli, gli Arcangeli, le Potenze, i Cieli, i Serafini, i Cherubini, i Santi, gli Spiriti Celesti ... come li chiama
S. Gregorio Magno. Sono gli angeli dell' Antico e del Nuovo Testamento, dell'annunciazione, della capanna di
Betlemme..... della risurrezione.
Gli angeli assistono il Redentore dalla nascita fino all'apparizione nella gloria, sono i ministri dell'Altissimo, i primi
esecutori dei suoi pensieri. Trattandosi perciò della corte celeste saranno presenti un po' in tutti gli affreschi della
parrocchiale, anche se qui nell'abside occupano un posto privilegiato.
LA CUPOLA MAGGIORE SOPRA IL PRESBITERIO
da (Giuseppe Ferri - Gli affreschi del Miolato in S. Maria e S. Zeno - Cassano d'Adda in Immagini)
La cupola maggiore, copre l'area del presbiterio e s'innalza superba coi suoi 32 metri di altezza rifacendosi, nella sua
impostazione, al concetto architettonico della grande verticalità, spingendo il
fedele o il visitatore a guardare in alto, verso Dio. II tempio è fatto per pregare,
per rivolgere lo sguardo a Dio, al cielo.
Questa cupola si presenta proprio come il cielo religioso: l'abitazione di Dio.
Dall'alto del Paradiso scende la luce ad illuminare tutto il presbiterio. Nel
concetto biblico questa luce è Dio, quel Dio invisibile, che non si vede ma che fa
vedere, proprio come la luce che non si guarda ma che illumina. Lo stesso
concetto è proclamato da Cristo: "lo sono la luce del mondo" ed è ripreso più
volte anche da S. Giovanni l'evangelista: "venne la luce ... quella vera, che
illumina ogni uomo ... " II prof. Miolato sfrutta l'architettura della cupola per
rendere Dio presente negli affreschi: usa la luce bianca che entra dalla lanterna
come simbolo della presenza divina e la mette in evidenza mediante la luce
dorata dei raggi del sole che man mano si propaga sull'intera superficie
illuminandola e facendo emergere, in un cielo trapunto di stelle, l'Immacolata
venerata da tre gruppi di santi.
Il soggetto di questa cupola è quindi Dio che mette a nostra disposizione sua Madre l'Immacolata e i Santi titolari di ogni
chiesa di ieri e di oggi di Cassano d'Adda.
La Vergine Maria Immacolata, rappresentata solenne e in fervida preghiera è patrona e
titolare della chiesa parrocchiale.
Non si meravigli il lettore se a Cassano, inizialmente, la chiesa era dedicata a S. Zeno e poi
a S. Maria perché il cammino per la definizione del dogma, incominciato nel lontano XI
secolo in Inghilterra e in Normandia, ha avuto un travaglio faticoso passato anche
attraverso il concilio di Basilea del 1439. Dopo lunghe dispute teologiche, l'8 dicembre
1854 papa Pio IX ne proclama il dogma e da quel momento, accanto al nome di S. Maria,
compare anche quello definitivo e dogmatico dell'Immacolata.
Alla sinistra della Vergine spicca il primo gruppo di santi che nella nostra città godono del culto più antico.
Sono: S. Zeno, S. Ambrogio e S. Dionigi, ai quali sono state dedicate le prime
chiese edificate a Cassano.
S. Zeno è riconoscibile per il pesce che pende dal suo pastorale. Era un vescovo
africano, evangelizzatore della città di Verona, contemporaneo di S. Ambrogio
e di S. Dionigi. La devozione nei suoi confronti è dovuta probabilmente al culto
popolare che lo vede protettore dalle inondazioni e "padre dei poveri", pronto
a sfamare i pescatori e coloro che lavorano sui fiumi. Verona, del resto, lo
ricorda per i miracoli compiuti in occasione delle alluvioni dell'Adige. Il pesce
che pende dal suo pastorale è richiamo certamente del primitivo simbolo
cristiano, ma anche del "padre dispensatore di cibo", di verità, di lavoro e
quindi di fortuna e di benessere. Il pittore Miolato colloca S. Zeno nella cupola
maggiore molto probabilmente perché è il primo patrono della parrocchiale,
come si desume da un documento del 1206 che cita tutte le chiese della zona.
S. Ambrogio e S. Dionigi lo abbiamo visto perché sono qui affrescati.
Gaetano Miolato (1875-1961)
Alla destra della Vergine il Miolato dipinge un secondo gruppo di santi,
titolari di altre chiese cassanesi. Sono: S. Aquilino martire, S. Carlo
Borromeo il cardinale, S. Celso e S. Nazzario.
I santi Celso e Nazzario sono altri martiri milanesi. Scarse sono le notizie
sulla loro vita, quasi tutte leggendarie. Le più credibili sono quelle
tramandate da Paolino, biografo di S. Ambrogio. Di storico c'è sicuramente
un documento del 965 (il Codice Diplomatico Cremonese) che attesta la
presenza di una chiesa intitolata a S. Nazzario nel territorio di Cassano.
Questo oratorio si trovava sulla vecchia strada per Trecella, l'attuale Viale
delle Rimembranze, ma di esso, attualmente, non rimane traccia.
In posizione diametralmente opposta a quella della Vergine Immacolata,
il pittore dipinge l'ultimo gruppo dei santi patroni cassanesi. Si
distinguono chiaramente: S. Bernardino da Siena, S. Antonio da Padova
e S. Rocco.
S. Bernardino è raffigurato in ginocchio con l'inconfondibile tavoletta
teologica. Ne 1417 creò il monogramma del nome di Gesù, IHS, inscritto
nella luce del sole. Anche a Cassano esisteva un oratorio a lui dedicato
menzionato in alcuni documenti del 1470, 1599 e 1611 nei quali è
descritto come " ... antica chiesa posta ad oriente sulla riva dell' Adda. È
abbastanza ampia. Sulla facciata a destra c'è una campanella ...
Internamente ci sono dipinti ... Non ha soffitto in muratura ma travi con
tavole di legno dipinte ... "
S. Antonio; vedi chiesa sia a Cassano che Oratorio a Groppello.
Chiude il ciclo degli affreschi della prima cupola, il pellegrino S. Rocco
col fedele cane, suo compagno di viaggio.
Le fonti che parlano di questo Santo sono molto scarse nonostante sia uno dei più venerati dal popolo. La sua fama è
legata sicuramente ai miracoli operati sui malati di peste ed è proprio in occasione della peste del 1578 che a Cassano
viene edificata una piccola chiesa nella piazza principale, precisamente nel luogo occupato dalla attuale calzoleria Lonati.I
documenti la ricordano piccola, di forma quadrata, col soffitto a volta, col cancelletto di ferro sulla facciata.
Sui quattro pennacchi, che raccordano la cupola al corpo del presbiterio, sono dipinti i primi quattro apostoli: S. Pietro,
S. Paolo, S. Andrea e S. Giacomo il Maggiore. Questi Santi sono rappresentati ciascuno col simbolo del proprio martirio:
S. Pietro e S. Andrea con le rispettive croci, S. Paolo con la spada e S. Giacomo con la scure.
Campeggiano all'interno dello spazio triangolare, occupandolo quasi totalmente con la loro plasticità solenne e
maestosa.