«Il Ponte di Cassano». Il dipinto sfuggito al Terzo Reich

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Il dipinto Il ponte di Cassano, che si trova alla Pinacoteca di Brera a Milano, è un olio su tela di cm 57x78 che reca la firma “Gozzi” in basso a sinistra e venne realizzato nel 1816 da Marco Gozzi, considerato l’iniziatore del paesaggismo lombardo1. Nell’aprile 2011 è stato esposto al Museo Nazionale di Castel Sant’Angelo a Roma in occasione dei 150 anni dell’Unità d’Italia nella mostra Arte Forza dell’Unità. Unità Forza dell’Arte che raccontava le gesta e le opere dei grandi salvatori dell’arte.
La tela riproduce il ponte di Cassano, punto strategico tra Milano e Bergamo, che in periodo napoleonico era ritenuto opera di pubblica utilità tanto che il viceré Eugenio di Beauharnais fece innalzare tre nuove arcate sopra quelle preesistenti allo scopo di agevolare il passaggio dei militari. L’opera è permeata da un senso di attesa timorosa sottolineata da un cielo plumbeo che non promette nulla di buono. Un raggio di luce illumina sul ponte un carro trainato da cavalli con soldati italiani probabilmente reduci dalla campagna di Russia (giugno-dicembre 1812) o di Lipsia (ottobre 1813) dove si sono distinti per il loro valore. All’estremità destra del ponte si vede una coppia di signori eleganti di fronte a dei mendicanti che chiedono l’elemosina, sulle rive del fiume vi sono una lavandaia, un pescatore e dei signori che osservano il rientro dei reduci che si trascinano faticosamente. Sulla riva destra dell’Adda si staglia imperioso il torrione del Castello di Cassano.
 

Il Gozzi non ha utilizzato la gabbia prospettica ma ha preferito la prospettiva aerea ottenuta realizzando il primo piano in controluce, il piano intermedio illuminato e sullo sfondo il cielo.
Successivamente ne eseguì un’altra copia, ben riconoscibile da alcune varianti, ora in collezione privata, che prima del restauro del 1983, era stata attribuita a Giuseppe Canella (1788-1847)2. Per questo motivo molti hanno ritenuto, come ad esempio don Carlo Valli3, che la tela fosse del Canella. L’opera dal titolo Passaggio delle truppe alleate sul ponte di Cassano è un olio su tela di cm 60x79 firmato e datato “Gozzi 1831” sulla roccia in basso a sinistra e “G. Canella” (apocrifo) in basso a destra. Questo dipinto è stato esposto a Villa Pagnoni di Canonica
 
d’Adda dal 5 luglio all’11 ottobre 2015, in occasione della mostra Abdua Fluens. Paesaggi dell’Adda dal lago al piano tra Sette e Ottocento4. Rispetto all’opera conservata a Brera è scomparsa la lavandaia sulla riva destra, non ci sono più i sassi addossati alla stamberga sulla riva sinistra ed è cambiata la movimentazione dei personaggi sul ponte. Gli edifici che prospettano sulla riva destra presentano numerose finestre chiuse, il cielo è ancora più minaccioso e lo scorrimento della Muzza è leggermente diverso.
     

1 MARGHERITA ZANARDI RICCI, «Marco Gozzi», in I Pittori bergamaschi dal XIII al XIX secolo, Volume 5 (Il Settecento), a cura di R. Bossaglia, Banca popolare di Bergamo-Poligrafiche Bolis, Bergamo 1995, pp. 235-335; NIVES GRITTI, «Gozzi Marco», in FERNANDO NORIS (a cura di), Dizionario biografico dei pittori bergamaschi, Azzano San Paolo, Bolis 2006, pp. 252-254; ISABELLA MARELLI, in Arte Forza dell’Unità. Unità Forza dell’Arte, Catalogo della mostra (Museo Nazionale di Castel Sant’Angelo, Roma 20 aprile-11 settembre 2011), Roma 2011, pp. 124-125.

2 MARGHERITA ZANARDI RICCI, art. cit., p. 300; MARIO MARUBBI (a cura di), Abdua Fluens. Paesaggi dell’Adda dal lago al piano tra Sette e Ottocento, Catalogo della mostra tenutasi dal 5 luglio all’11 ottobre 2015 presso Villa Pagnoni a Canonica d’Adda, Bolis Edizioni, Azzano San Paolo 2015, pp. 32- 33.

3 CARLO VALLI, «Questa l’è ca’ mia», in I Quaderni del Portavoce, 6 (1985), Calvenzano 1985, pp. 35-36.

4 MARIO MARUBBI (a cura di), Abdua Fluens. Paesaggi dell’Adda dal lago al piano tra Sette e Ottocento, Catalogo della mostra tenutasi dal 5 luglio all’11 ottobre 2015 in Villa Pagnoni a Canonica d’Adda, Bolis Edizioni, Azzano San Paolo 2015, pp. 32- 33.
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