La Chiesa - parte II - Chiesa di Cristo Risorto

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gli interni
Eravamo abituati a vedere nella chiesa ben distinti e ben localizzati, ciascuno il proprio posto, ma senza correlazione tra loro, i diversi elementi architettonici propri di ciascun rito: era una concezione liturgica preconciliare. “La Messa è la realtà che condiziona permanentemente lo spazio sacro: la mensa, l'altare sul presbiterio può essere considerato quasi l'elemento generatore dell'architettura sacra; ad esse fa perno tutto l'iter sacramentorum” (Faranda).
Oggi tutto parte dalla mensa: la Messa genera la vita sacramentale. Ieri l’altare era un’alzata con candelabri e fiori, sormontato dal ciborio, con incastonato il tabernacolo, fatto più per un’esposizione che per sedervisi, col sacerdote celebrante che voltava le spalle, distanziato dai fedeli e separato dalle balaustre; oggi il concetto di famiglia attorno alla stessa mensa-tavola per la cena del Signore, è il concetto di sacerdozio partecipato a tutti i battezzati. Le lunghe ferite trasversali che segnano in tutta la lunghezza il fronte dell’altare richiamano la tovaglia nei giorni di festa.
Dalla mensa si dirama il battistero, che domina sulla stessa area presbiteriale, affondando in maniera evidenziata, a gradoni discendenti per catechizzare la morte e la resurrezione del battezzato in Cristo.
La custodia degli oli santi richiama i sacramenti della Cresima, dell’Ordine sacro, della Unzione dei malati.
la mensa
Fotografia di Renato Siesa
il tabernacolo
Non si è voluto, dimenticare cinque secoli di adorazione eucaristica post-concilio di Trento. Non si è neppure voluto rinunciare alle nuove idee del Vaticano II: lasciare libera la mensa sacrificale.
Si è creata così una cattedra di esposizione della Eucarestia: sopraelevata, dominante, ricca di luce, centrale.
Fotografia di Renato Siesa
l'ambone
Non è un leggio, ma un elemento davvero monumentale, quasi una continuazione della mensa. Infatti, duplice è l'alimentazione che la Messa ci offre: quella della parola e quella del Pane.
 
La proclamazione della parola è centrale oggi nella liturgia, non occasionale, ma dominante come l'Eucarestia, e prima dell'Eucarestia, perché è seme per la Fede.
 
La verità che è il Vangelo, non è una delle tante teorie del mondo pluralistico, ma è Dio rivelato all'uomo di oggi. Per questo è stato messo al centro l'ambone, segno della evangelizzazione, primo impegno apostolico dato da Cristo.
Fotografia di Renato Siesa
la cattedra
Sede del Presidente-Sacerdote, che nell'Assemblea dei fedeli è l'autorità e rappresenta Cristo. Non c'è chiesa senza autorità e gerarchia; non c'è chiesa cattolica senza sacerdozio.
 
Massiccia è la cattedra: si prolunga per lo spazio dei concelebranti. Non copre il tabernacolo, non è in ombra, ma presiede l'assemblea.


Fotografia di Renato Siesa
Anche la sede dei funerali trova la sua locazione, accanto al battistero, dove una lapide bianca segna il posto di “coloro che ci hanno preceduto con il segno della fede e dormono il sonno della pace”.
Il cero pasquale dice che nell'assemblea liturgica i morti non sono degli assenti ma dei presenti, compartecipanti alla carità e dei meriti del Salvatore ed al ricordo dei viventi.
Altrettanto dicasi dello spazio della penitenzieria. Zona separata ma non nascosta, in livello più basso, per richiamare l'umiltà dei peccatori prima di essere rialzato alla dignità di amico di Dio attraverso l'accoglienza festosa della confessione.
Merita particolare attenzione alla grande tela di Trento Longaretti  rappresentante la “Deposizione di Cristo dalla Croce”.
La Madonna sorge su una cattedra. Ci introduce al presbiterio: Maria porta del Signore e porta dei cristiani al Padre.
Una cappella di adorazione crea raccoglimento per la preghiera personale, a contatto diretto con l’Eucarestia.
Sono stati realizzati spazi nuovi che dicono una nuova sensibilità ed attenzione alle esigenze di un mondo abituato alle comodità: una sala per bambini piccoli, i servizi igienici con acqua fredda e calda, un ufficio per il sacerdote accanto alla vasta sacrestia, l'angolo per la buona stampa, il luogo per la scuola cantorum, il riscaldamento funzionante.
Fotografia di Renato Siesa
la luce
Dopo una distribuzione dello spazio, ci rimane una parola sulla distribuzione della luce.
La luce, la seconda componente fondamentale del tempio, che percorre lo spazio, è l'anima che vivifica le strutture, e crea il clima religioso più ancora che lo stesso altare.
Non devono essere infatti gli arredamenti sacri a fare l'ambiente sacro, ma sono lo spazio e la luce che fanno di una costruzione un edificio sacro.
Faranda ha creato il graduale passaggio dal sole della piazza al filtro della tettoia d'ingresso; dalla penombra dell'aula assembleare alla piena luce del presbiterio, invitando e stimolando all'ascensione, nell'incontro con il Cristo unico grande sacerdote.
Fotografia di Renato Siesa
L'alto tiburio, dal quale spiove tutta la luce del lucernario aperto sul cielo, dice che tendiamo a Dio-luce e siamo confortati dal pensiero che dall'alto a noi arriva l'aiuto.
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