dal 877 al 1694 - La chiesa di S. Ambrogio al Cimitero

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Cronologia

Sebbene la chiesa di San Dionigi sia ritenuta la più antica di Cassano, per via della leggenda di S. Barnaba, i documenti di archivio dicono che la chiesa più antica di Cassano sia quella di S. Ambrogio al cimitero.
 
877 - Il Muratori (Ludovico Antonio Muratori 1672-1750 studioso considerato, il padre della storiografia italiana, con particolare riferimento alla medievistica) negli Annali d’Italia riporta il decreto di Carlomanno re d’Italia (1) emanato a Cassano il 19 di ottobre nell’anno 877(2). Carlomanno dona una chiesa al monastero delle monache di S. Sisto in Piacenza fondato da Angilberta Augusta, chiamata “nostra sorella” (in senso spirituale). Questo documento è datato da Cassano d’Adda nella Corte di S. Ambrogio. Con molta probabilità questa corte è una pietra miliare indicante possesso degli arcivescovi di Milano, che lungo il percorso dell’Adda, da Lecco a Cassano avevano i terreni della “mensa”. Dire il Patrono della diocesi significava appartenenza giuridica amministrativa.
Normalmente a segnare il confine di giurisdizione si erigeva anche una cappella dedicata al Santo titolare della diocesi.
 
(1) Carlomanno di Baviera: Re d’Italia e di Baviera (n. 830 ca - m. 880). Figlio di Ludovico il Germanico, ottenne nell’876 la Baviera, come parte dell’eredità paterna. L’anno dopo, sceso in Italia, fu riconosciuto re dai grandi ecclesiastici e laici, dalla vedova di Ludovico II imperatore, suo cugino, e dal papa Giovanni VIII. Ammalatosi, ritornò in Germania, dove morì.
(2) Nell’anno 877: Commemorando e Narrando di Sac. Pietro Pezzali pag. 130 “Date Storiche” “19 ottobre 877 – Carlo Magno dal nostro Castello sottoscrive un decreto di donazione per un monastero di Piacenza”.
Da “I Quaderni del Portavoce di Carlo Valli” n. 26
1385 - Nel libro dei censi da pagarsi dal parroco di Cassano alla Mensa vescovile di Cremona, nel 1385, si parla di «Canonica sive cappella Sancti Ambrosii de Casano». Nello stesso elenco dei tributari si trovano anche le chiese di S. Dionigi e di S. Zenone.
 
1404 - 1420 Dello stesso elenco, non si accenna più alla Cappella di S. Ambrogio, mentre sono nominate ancora le chiese di S. Dionigi e di S. Zenone.
 
1411 - elencata nei beni del duca di Milano
 
1470 - È visitato dal vescovo mons. Bottigella.
 
1523 - Da un documento di Curia (liber censuum) si dice che Cassano è sotto la Porta Ariberta ed ha la Canonica sive Cappella di S. Ambrosio de Casano, la Chiesa di S. Dionisio e la Chiesa di S. Zenone. Ci sono in parrocchia 40 e talvolta 50 persone che non fanno il precetto pasquale. tutti i sacerdoti sono di buona condotta.
 
1604 - citato nel liber censum. Notizie più particolareggiate si hanno nelle visite pastorali dei Vescovi di Cremona.
 
1611 - Mons. Brivio visita l’Oratorio di S. Ambrogio, nel quale non si celebra regolarmente la messa. Vi si trova un dipinto raffigurante la Madonna Lauretana; sulla parte destra S. Ambrogio e S. Pietro martire; alla sinistra S. Mauro e S. Mamete. Si dice che questo oratorio è stato edificato con licenza del vescovo con le elemosine dei fedeli, ma non vengono mostrate le facoltà.
 
1624 - Visita Pastorale Card. Pietro Campora. Oratorio di S. Ambrogio chiamato anche la Canonica, è fabbricato dove furono sepolti molti cadaveri al tempo della peste. La cappella maggiore è dipinta. Vi è annessa la casa del custode.
  
1625 - Ricostruzione dell’Oratorio, è concessa l’autorizzazione di celebrare messa.
 
9/4/1627 - Donna de’ Affri offre 18 lire per l’acquisto di una campana. Si sta ricostruendo l’oratorio.
 
1630 - Vi sono sepolti i morti della peste.
 
19/11/1643 - il Prevosto di S. Michele in Cremona, incaricato di visitare l’oratorio campestre di S. Ambrogio in Cassano d’Adda, raccoglie la voce che, in luogo dell’attuale, sorgeva anticamente una piccola cappella sotto diverso titolo. Afferma che “quarant’anni fa, con licenza del superiore, questa cappella fu demolita e edificato l’edificio attuale. Così riedificato si chiese l’autorizzazione di celebrare la Messa, che fu accordata il 10 ottobre 1625”. Nell’elencare le figure dei dipinti, al posto di S. Mamete, nomina “Mamma e Giuliano”. Vi è una campana. Vicino al muro della parte settentrionale sono sepolti molti cadaveri del tempo della peste del 1630. Questo oratorio non è ultimato e, devono essere sollecitate elemosine per il completamento. Essendo attorno ancora facile riscontrare ossa insepolte di appestati, si provveda a farsi regalare un po’ di terreno, per dare sepolture e si circondi per difendere le ossa dalle bestie. Si tratta col Marchese d’Adda padrone dei fondi circostanti per raddrizzare la strada tortuosa che conduce all’oratorio per avere una piazzetta.
 Da togliere la superstizione del latte prodigioso delle puerpere che mangiano calce di S. Mamete.
 
1645 - Relazione della visita pastorale Mons. Francesco Visconti.
Questo oratorio campestre, distante dal paese un quarto di miglio era già antichissimo e venne riedificato in occasione della peste dello scorso secolo. Al tempo della visita, demolito il primitivo, si sta costruendo un altro non ancora completato.
È posto in un luogo alto, non lontano dall’Adda, rivolto, come d’uso, ad oriente. È lungo, compreso la cappella, circa 35 cubiti, (misura comune nell’antichità definita dalla distanza dal gomito alla punta delle dita e misurava circa mezzo metro) e di larghezza proporzionata.
Il soffitto è a volta, intonacata ma non imbiancata, con alcune pitture di Santi. L’altare è di dimensioni appropriate, con l’effige della B.V. Lauretana dipinta sul muro, protetta da vetro. Tra gli altri santi qui dipinti, c’è l’immagine di S. Mamete che tiene in mano un’ampolla piena di latte, per cui le donne semplici che allattano vi accorrano per implorare l’aumento del latte ”in modo curioso vien graffiata la calce ai piedi del Santo al quale si raccomandano”.
Una superstizione si è sviluppata qui, e bisogna estirparla. “Levi il prevosto la vana superstizione delle semplici donne, le quali mangiano la terra levata dal muro dei piedi dell’immagine di S. Mamete, con opinione che faccia crescere loro il latte”.
Per quanto riguarda il culto superstizioso delle donne cassanesi verso S. Mama di Cesarea, la cui immagine era nell’oratorio di S. Ambrogio e, per cui c’è il richiamo del vescovo visitatore contro le lattanti che mangiavano la calce graffiata dell’immagine dipinta sul muro, c’è da sottolineare la connessione tra la religione e la parola: da Mama a mammella il passaggio, specie per il popolo che ha pronto ogni interpretazione utilitaria, non è difficile. Per questo S. Mama eremita veniva invocato per ottenere latte abbondante per l’allattamento dei neonati. Del resto, S. Gottardo era invocato per guarire la gotta, e il giorno di S. Fermo i contadini si fermavano dal lavoro dei campi. S. Eurosia rappresenta il classico processo di patronato per ragioni di etimologia popolare erudita: da euros (buona rugiada) si arriva all’esaltazione patronale dei seminati contro la tempesta, (l’abbiamo posta noi cassanesi sulla facciata della parrocchia e offerta dai contadini) dimenticando la primitiva condizione di martire.
Vi si celebrano messe solo nei giorni di S. Pietro martire, di S. Ambrogio, e qualche volta durante l’anno per devozione di privati.
A nord della cappella vi è una camera che serve da sacrestia, ed una camera superiore che serve da abitazione a Carlo Pachieri (o Pacchiarini), giovane incaricato dal prevosto della custodia del luogo. L’oratorio è ancora incompiuto: per metà e coperto dal tetto, l’altra metà, verso la facciata, ha i muri alzati fino all’attacco della volta. La metà coperta si chiude con cancello di legno ed una porta munita di chiave; l’altra metà è incompiuta e completamente aperta.
Al tempo della peste del 1630 furono sepolti molti appestati che ancora rimangono senza alcuna protezione, mancando una cinta.
Davanti alla facciata non vi è spazio, per cui “essendo vicino G.B. Gaetta conviene trattare con lui perché o per dono o per compera conceda un certo spazio davanti alla facciata e si provveda a difendere il luogo dei morti. E poiché la strada da questo oratorio al castello è storia è bene trattare con lo stesso e con il marchese D’Adda perché o per dono o per compera si conceda di attraversare i loro campi e raddrizzare la strada.
Dalla parte coperta dell’oratorio c’è rimasto un po’ di materiale per la costruzione.
L’oratorio è amministrato dal prevosto, il quale incarichi qualcuno di far procedere la costruzione. Giuseppe Gaetta, il quale registra le elemosine e le questue sui libri, spenda in utilità dell’oratorio al cenno del già menzionato prevosto le 200 lire che ha in mano. Se ne serva per sé e per il vitto, e per la fabbrica. Si richiede il permesso per poter elemosinare fuori dal territorio di Cassano.

1674 - Visita pastorale di Mons. Isimbardi Pietro.
L’Oratorio di S. Ambrogio era cadente e fu restaurato dalla comunità. La messa vi si celebra una volta alla settimana.
La cappella è illuminata da tre finestre. Vi è un affresco coperto da vetro raffigurante la Madonna Lauretana.
C’è annessa una casa per il custode con una stanza inferiore e un’altra superiore abitata dell’eremita Gian Battista Caiano, senza abito e senza licenza.
Di questo oratorio hanno cura i deputati della Comunità con l’intervento del prevosto. Le offerte che si raccolgono durante le funzioni servono per la celebrazione di messe e per la manutenzione.
Sopra la sacrestia è stato costruito un piccolo arco per la campanella.
Questo luogo era una volta chiamato Lazzaretto, però non ha cimitero.

1680 - Visita pastorale Mons. Agostino Isimbardi.
Mons. Isimbardi visita l’oratorio illuminato da tre finestre. Sul muro è dipinta la Madonna Lauretana, coperta da vetro. Una volta la settimana vi si celebra la S. Messa. Nella casa del custode dimora l’eremita Gian Battista Caiano, senza abito e senza licenza.
Di questo oratorio hanno cura i deputati della Comunità con l’intervento del prevosto. Le offerte che si raccolgono durante le funzioni servono per la celebrazione di messe e la manutenzione dell’oratorio.
Questo luogo una volta chiamato il Lazzaretto: in esso sono sepolti molti corpi di defunti; però non ha cimitero.
 
1685 - Visita pastorale Mons. Settala.
Visitato l’oratorio di S. Ambrogio. Si parla delle pitture che lo ornano e della Madonna Lauretana. C’è un piccolo campanile annesso che porta una sola campana. C’è anche la casa del custode.

8/5/1694 - L’eremita Giovanni Maria Manzini terziario francescano dei frati minori zoccolanti di S. Francesco è custode dell’oratorio. “Se li concede che per puoter vivere o sovvenire alle sue necessità, astenendosi però dal uso del campanello ed altri istromenti per dimandare e ricevere elemosina, danari, grano et altro, tanto nel detto luogo di Cassano quanto nelli luoghi circonvicini per cinque miglia d’intorno di questa diocesi”.
 
La chiesa di S. Ambrogio al cimitero
Renato Siesa
www.vivicassano.it
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