Cronologia
1702 - Visita pastorale Mons. Alessandro Croci, patrizio milanese, è vescovo di Cremona dal 1697 al 23-9-1704.
Viene indicato S. Ambrogio detto Lazzaretto.
1718 - Fra’ Michele Roncalli è l’eremita del Lazzaretto. Era stato precedentemente eremita al Paladino di Rivolta d’Adda.
1720 - Visita pastorale Mons. Alessandro Litta, vescovo di Cremona dal 1718 al 1749.
Oratorio di S. Ambrogio al Lazzaretto. Michele Roncalli, terziario francescano, custodisce questo oratorio e abita nella piccola casa di proprietà dell’oratorio, con una stanza a pianterreno e due superiori. Al muro laterale sinistro è appeso un crocefisso di legno dipinto. Vi si trova anche l’icona della Madonna di Loreto.
C’è un piccolo campanile con una campana. Davanti la facciata dell’oratorio c’è un cimitero chiuso da umile muro di cui “dicunt sepulta cadavera defuntorum tempore epidemiae”.
Sulla parete sinistra della cappella è dipinta l’immagine di S. Mamete. Il muro ai piedi di questa immagine è scrostato. Si dice che la calce sia mangiata con acqua dalle donne dopo il parto, con la speranza di avere latte: “Questa non è devozione, ma costume di pagani” (Decreti della visita).
Due sono gli eremiti. Il custode è un terziario francescano, Michele Roncalli.
Il cimitero ha molti teschi e ossa esposte, si provveda quindi a costruire un ossario per custodirle.
1740 - È l’eremita Gerolamo Riccadanera o Rinadevera di Vailate già eremita alla Madonna del Corniano di Rivolta d’Adda.
1752 - Visita pastorale di Mons. Ignazio Maria Fraganeschi. Patrizio milanese nato nel 1711, eletto vescovo nel 1748, muore il 17/08/1791.
Per seppellire i morti di peste fu scelto un posto poco distante, presso l’oratorio di S. Ambrogio, custodito da un eremita. C’è un’immagine della Madonna. Ci sono anche qui dei legati. l’attuale eremita è Gerolamo Rinadevera o Riccadanera che veste l’abito di S. Francesco.
1754 - Cessa il servizio dell’eremita fra’ Stefano. Ha ingrandito la casa, il pozzo, il muro di sostegno del giardino avuto in dono dalla Quinzani, la cantoria del piccolo organo, le pitture e la vetrata che adorna le icone dell’altare. Gli succede l’eremita Antonio Barzago di Trezzo (Milani).
1757 - Visita di Mons. Fraganeschi. Niente di nuovo, se non qualche funzione in più.
1774 - I cimiteri, secondo le tradizioni romane, coi primi cristiani, si erigono accanto alle chiese. Quando le città si cingono di mura, per avere comodo il servizio religioso e non escludere i morti dalla quotidianità e famigliarità coi vivi, chiesa e cimitero sono inglobati nell’abitato.
Si fanno scavi sul sagrato dell’oratorio di S. Dionigi, e vi si trovano molte ossa umane. Antico cimitero?
Viene scelto l’oratorio di S. Ambrogio a preferenza di quello si S. Dionigi per il nuovo cimitero, per fare «cosa piacevole a certa persona distinta cui dispiace la vicinanza e l’orrore del lugubre oggetto» (Milani)
«A San Dionigi si trovarono molte ossa che fecero giudicare che la colonna eretta in questo luogo in tempi remoti servisse di monumento indicante luogo sacro, e fosse servita o al cimitero parrocchiale o a indicare luogo di sepolture dei morti in occasione di qualche guerra o pestilenza» (Milani)
Le urne dei morti del revellino saranno trasferite a S. Ambrogio.
1775 -1776 Costruzione del cimitero. Costruito nelle immediate adiacenze di S. Ambrogio, nel quale si incominciano a seppellire i morti.
1799 - Serve come ospedale militare durante la battaglia di Cassano.