La chiesa parrocchiale Madonna Immacolata e San Zeno di Cassano d'Adda

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La chiesa Parrocchiale Immacolata e San Zeno di Cassano d'Adda
Storia

La settecentesca chiesa parrocchiale di Cassano d'Adda, edificata sulle precedenti costruzioni citate nei documenti del 1206 (decreto Vescovo Sicardo) e del 1380 (libro dei Censi di Cremona), si trova sull'antica strada romana che collega Brescia con Milano, quella strada che i Cassanesi chiamano “Cuntrada Magiura”; il vero luogo di incontro, come dice la parola stessa. Proprio perché collocata su questa strada così percorsa e intensa di traffico, la grande chiesa, quasi una cattedrale, vede scorrere davanti a sé tutta la storia di Cassano d'Adda.
Gli affreschi dell'ultima cupola ci ricorderanno un po’ di questa storia: i grandi eserciti del Barbarossa nel 1158, il carroccio portante il gonfalone di Sant'Ambrogio, la squillante martinella e l'arcivescovo Ariberto di Intimiano, padrone del castello di Cassano; la guerra di Ezzelino III da Romano nel 1259; il principe Eugenio di Savoia e il suo grande esercito nella vera e propria battaglie di Cassano del 16 agosto 1705 contro il duca di Vendôme che ha per risultato la morte di ottomila uomini e seimila feriti; l'esercito del Suvorov e i generali francesi di Napoleone che proprio alle quattro strade consumarono il 27 Aprile 1799 la battaglia che vide il ritorno degli Austriaci in Lombardia; Napoleone III che è ospite il 13 giugno 1859 nella Villa Brambilla per muovere alla vittoria di Solferino e San Martino.
La parrocchiale, però non è testimone solo del passaggio di grandi eserciti, ma anche di grandi personaggi religiosi e di grandi artisti: S. Dionigi e S. Barnaba, Papa Martino V, S. Carlo Borromeo, il Petrarca, lo scrittore russo Tolstoj, Verdi, Mozart, Donizetti… tanto per citarne alcuni.
Oggi, nonostante il traffico chi entra in chiesa gode il silenzio e la sacralità del tempio, perdendosi nella sua maestosità, nella sua luminosità, nella sua ricca decorazione. Le solide mura - lo hanno dimostrato anche i recenti scavi per il lavoro della costruzione del parcheggio sotterraneo, di ben tre piani, affiancato alla chiesa - fanno da filtro alla vita esterna e racchiudono capolavori d'arte.
Oltre ai bellissimi affreschi del pittore veronese, professor Gaetano Miolato, la chiesa infatti custodisce splendide opere, alcune delle quali ancora oggi, forse sconosciute alla maggioranza della gente cassanese.
La nostra è decisamente una bella chiesa, sorta esattamente nel 1776 su progetto dell'architetto Paolo Bianchi e ampliate nel 1890, potremmo dire due volte a causa di un pauroso crollo che la vide collassare durante i lavori di ampliamento. La parte più antica rimasta è il quattrocentesco campanile, immortalato anche negli affreschi, un monumento gotico quadrangolare alto 42 metri, fatto costruire con la primissima chiesa nel 1381 da Regina della Scala.
Le quattro fasi della ricostruzione della chiesa
Le quattro fasi più importanti della costruzione della nostra chiesa parrocchiale. (1206 - 1381 - 1776 - e l'ultima in più riprese 1890 – 1896) trovano la conclusione il 24 ottobre 1897 con la benedizione del vescovo di Cremona, Mons. Geremia Bonomelli. La chiesa, tuttavia, resta spoglia e fredda per ben 39 anni, a causa del bianco della calce, nonostante essa si innalzi superba con maestose arcate. Del resto, lo sfortunato prevosto Mons. Timoteo Telò, che rinuncerà anche alla parrocchia del 1908, non può certamente permettersi il lusso di pensare alla decorazione: su di lui grava l'incubo di dover pagare non solo la chiesa, ma anche l'obbligo dello sgombero delle macerie.
Una seduta straordinaria dell’amministrazione comunale del tre settembre 1890 verbalizza che la fabbriceria parrocchiale lamenta di non avere più i mezzi per proseguire i lavori di sgombero e di demolizione dei muri pericolanti. Il comune dichiara di non essere in condizione finanziaria di aiuto e per di più di non può concorrere a spese che non gli competono. La delibera stabilisce con 14 voti favorevoli e 3 astenuti che la fabbriceria continui a pagare le spese dei lavori. Questo grave inconveniente costringe a portare a compimento tutte le opere parrocchiali con un passo lentissimo. Ma il coraggioso Mons. Telò non si arrende: fa sgomberare le macerie, fa demolire i muri pericolanti e fa riprendere la costruzione della Chiesa che vedrà la sua definitiva struttura nel 1897.
Da questo momento la Chiesa non si toccherà più. Tenterà nel 1938 Mons. Favalli di dare un colpo di coda: fa progettare dall'architetto Ulrich Giacomo la costruzione della cripta, come chiesa invernale da dedicarsi alla Regina della Pace; ma nonostante l'approvazione della commissione d'Arte Sacra della diocesi (prot. 1609 del 5 gennaio 1939), i lavori non verranno mai eseguiti perché, su decisa volontà del vescovo Mons. Cazzani, vengono dapprima rimandati e poi sospesi definitivamente, in quanto i debiti erano appena stati pagati e c'era il timore di altri disastri.
Al tempo di Mons. Telò non si può quindi pensare né all'affrescatura né alla decorazione, perché la chiesa appena costruita, necessita di tutte le cose di primo ordine, come ad esempio l'impianto di illuminazione elettrica che deve sostituire la vecchia illuminazione a petrolio.
Il 9 settembre 1907 il vescovo Bonomelli è a Cassano per amministrare la cresima e nelle sue note elogia, fra le altre cose, anche questa “splendida illuminazione”.
I debiti di Monsignor Telò durano ben trentasette anni, dal 1890 al 1927 e per sanarli si deve aprire un mutuo con la Curia di Cremona. Vengono vendute all'asta quasi tutti i terreni del beneficio parrocchiale, esattamente 220 pertiche di terra, tramutate in cartelle di debito: questa operazione è spinta anche dalla paura dell’l’incameramento del beneficio da parte dello Stato. Alla parrocchia resteranno solo 80 pertiche di terra vicino alla Cascina Regoledo.
Il successore di Mons. Telò, Mons. Pietro Pezzali (1909) non è in grado di affrontare l’affrescatura e la decorazione: i debiti sono ancora alti. La parrocchia, infatti, ha ancora aperto il conto debitorio di L. 32.000 con la Curia di Cremona, e per di più, il nuovo parroco non un sa risolvere la situazione perché non ha talento in campo amministrativo.
Nel 1919 gli succede don. Ernesto Sansoni: siamo nel clima delle due guerre mondiali, quando la gente vive nella miseria. È il momento dei crolli finanziari, della svalutazione, dell'inflazione. Don Ernesto non può pensare nemmeno lui all’affrescatura, ha però il merito e la fortuna di sanare tutti i debiti.
Si respira aria diversa, infatti, con l'arrivo del nuovo parroco, Mons. Aristide Favalli nel 1931. Libero dei fastidi e dai debiti, ricco di zelo, dopo due anni dal suo ingresso, è pronto a sistemare l'intera chiesa e a darle il suo abito festivo.
Nel 1934, tra i progetti da realizzare, pone anche la decorazione, l'affrescatura della chiesa parrocchiale e in data primo gennaio indice un concorso per il miglior progetto.
Sappiamo dai documenti che le risposte sono molte: dall'Accademia di Brera si muove il prof. Pietro Verzetti, che i cassanesi già conoscono perché nel 1911 aveva eseguito le due tele della cappella dell’Addolorata (raffiguranti: “la salita al Calvario” e il “Cristo morto tra le braccia della madre”).
Presentano bozzetti anche il prof. Severino Belotti di Bergamo, il prof. Antonio Passetti di Varese, il prof. Gaetano Miolato di Verona, i pittori Vaiani e Paracchini. Il concorso è vinto da Gaetano Miolato, ormai noto per aver affrescato numerose chiese del veronese e alcune nella nostra diocesi. Il pittore incomincia i lavori nel 1936 insieme al decoratore Barbiani, pure di Verona, e allo stuccatore Soregaroli, dopo che la commissione d'Arte Sacra di Cremona, in data 25 luglio 1935, ha approvato i progetti con qualche modifica.
Il maestro Miolato porta a termine il ciclo degli affreschi cassanesi in soli cinque anni lavorando assiduamente, salvo qualche sospensione nel 1939 quando, col consenso di Mons. Favalli, dipinge la Chiesa dei SS. Fabiano e Sebastiano martiri in Cremona e una Cappella funeraria a Brignano.
Ultimati i lavori degli affreschi, della posa in opera della zoccolatura e della pavimentazione marmorea, della sistemazione delle vetrate e dello spostamento dell'organo nel presbiterio, la chiesa parrocchiale S. Maria Immacolata e S. Zeno sembra proprio una cattedrale. Essa viene consacrata il 10 maggio 1942 dal vescovo Mons. Giovanni Cazzani.
Cinquant'anni dopo, però, necessita già di un'accurata pulizia: la grande “cuntrada magiura” infatti da tempo non vede più passare i cavalli, ma code e code di macchine e di autotreni che inquinano l'aria rendendola dannosa sia per l'uomo che per le sue opere. Il riscaldamento, inoltre, fa la sua parte, le candele steariche, la loro. Si tenta di porre rimedio al degrado con due operazioni: prima si sostituiscono le candele tradizionali con quelle elettriche e si mettono i filtri al riscaldamento, poi si ripuliscono gli affreschi. Il merito certamente di Mons. Carlo Valli, che fra le numerose opere intraprese ha conservato e riportato al loro originario splendore gli affreschi, affidando ai restauratori Giuliano Costa e Morena Guerra il compito della pulizia.
Credo anche che sia di interesse osservare l'immagine della chiesa prima della decorazione ad affresco, o per  lo meno, fare lo sforzo di immaginarla spoglia e nuda per poter apprezzare maggiormente il valore dei dipinti.
La chiesa parrocchiale S. Maria Immacolata e S. Zeno sembra proprio una cattedrale. Essa viene consacrata il 10 maggio 1942 dal vescovo Mons. Giovanni Cazzani.
La chiesa Parrocchiale S. Maria Immacolata e San Zeno
Renato Siesa
www.vivicassano.it
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