L'esterno - La chiesa parrocchiale Madonna Immacolata e San Zeno di Cassano d'Adda

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Facciata
L'imponente facciata settecentesca è divisa verticalmente da cornicioni in due ordini sovrapposti sormontati da timpano, mentre   orizzontalmente è in sei grandi specchi divisi da lesene, dei quali   quattro per le nicchie dei Santi e due per il portale ed il solenne   finestrone.  
Sull'alta fascia basale in granito sono il bel portale lineare e le   nicchie per i Santi Zeno e Carlo. Più alte sono le altre due per S.   Maria Maddalena e S. Eurosia, allineate col finestrone di semplici ed   eleganti linee.
Il timpano è fiancheggiato da due vasi e sormontato   al centro dalla statua dell'Immacolata.  
L'architetto è Paolo Bianchi (1780) mentre Carlo Martinelli è lo   scultore delle statue (1780).  
La chiesa è stata costruita dal parroco don Carcano nel 1776,   ultimata dal parroco don Carlo Guaitani (1780).   Restauri di conservazione sono stati eseguiti nel 1940 e nel 1980.  
La statua di S. Carlo è stata offerta dai sacerdoti, quella di S. Zeno   dai parrocchiani, quella di S. Eurosia dai contadini, quella di S.   Maria Maddalena dai barcaroli e quella dell'Immacolata dalle donne col ricavo della filatura del lino nelle giornate festive.   L'altezza della facciata è di 30 metri senza computare la statua   dell'Immacolata.
Nel 1782 la Confraternita cede il suo oratorio di   fronte alla chiesa perché il marchese Marcantonio Cornaggia vi   possa realizzare il suo palazzo. Su disegno dell'architetto Bianchi,   sorge il nuovo edificio con la convenzione di un ampio cortile che   conceda di ammirare la facciata della prepositurale e, sia area di   rispetto e di uso della chiesa stessa.
Il campanile della chiesa
Il Campanile ha oltre 600 anni (di don Carlo Valli anno 1984, Quaderni del Portavoce n. 5 La Cuntrada Magjura).
Sua altezza, il campanile di Cassano d’Adda, misura 42 metri.
È riuscito finora a rimanere la costruzione più alta della cittadina, nonostante le numerosissime nuove fabbriche; essendo la torre della chiesa parrocchiale, è la più alta nel panorama delle chiese che s’innalzano a toccare l’azzurro: S. Antonio, S. Dionigi, S. Aquilino, S. Ambrogio, S. Pietro a Cascine, Cristo Risorto e l’Annunciazione.
È antichissimo. E per questo l’hanno decorato nel 1911 dichiarandolo monumento nazionale.
Nel 1776 ha perso la sua compagna, la vecchia chiesa con la quale era nato nel 1381. Ebbe il torto di non pochi nobili che si risposano con ragazze formose e troppo giovani. Passò anch’esso a nuove nozze dopo la vedovanza, con l’attuale chiesa parrocchiale: troppo maestosa per lui, che ci fa la figura di essere piccolo e sotto comando!
Adesso ci siamo abituati noi di Cassano a questo connubio, ma chissà i commenti che si saranno fatti al tempo della costruzione dell’attuale parrocchiale!
Se Sali sul campanile hai immediatamente la convinzione di trovarti non solo in posizione panoramica, ma militarmente strategica: domini tutta la Ghiara d’Adda che si distende ad est, sotto la Muzza e l’Adda. Ecco Casirate, Cascine S. Pietro, Calvenzano, Caravaggio, Treviglio e Rivolta.
Se chiudi gli occhi puoi vedere il lago Gerundo in questa grande depressione di terreno.
A sud c’è Albignano, Trecella, Melzo. Ad Ovest, Pozzuolo Martesana, Gorgonzola, Bellinzago, Gessate. Nei giorni serenissimi puoi vedere Milano.
A nord c’è Pozzo d’Adda, Bettola, Inzago, Trezzo, Groppello, Vaprio, Canonica, Concesa, Fara, Pontirolo. Puoi vedere anche Bergamo.
Sullo sfondo la cerchia delle Prealpi bergamasche e comasche, dai Corni di Canzo al Resegone, alla Presolana.
Se arrivi a Cassano da Rivolta, è bellissima l’apparizione alta del campanile in fondo al nastro stradale; se arrivi dalla stazione, sul viale delle Rimembranze, non dimenticherai facilmente la romantica posizione del castello, del ponte, della chiesa, del campanile della parrocchiale e di S. Dionigi; se vieni da Cascine S. Pietro fermati sul ponte del Retorto e guarda; se ti trovi sulla strada della cascina Lega nei giorni in cui il vento spazza il cielo, guardando a Cassano te lo trovi incorniciato dai monti e ti pare un’apparizione.
Nato nel Trecento accanto alla vecchia chiesa ricca di affreschi, per la munificenza di Regina della Scala, vedova di Bernabò Visconti, morto avvelenato a Trezzo, emergeva dalle mura che fasciavano il castello, il Ricetto ed il borgo, quale vedetta militare oltre che religiosa; portava sulla sommità della guglia aperta una sentinella che sorvegliava dall’alto, notte e giorno, l’attigua linea di confine con la repubblica di Venezia e le mosse eventuali delle soldatesche nemiche.
Con il campanile e la chiesa di Cassano, Regina della Scala, nello stesso anno, costruì anche in Milano la chiesa di S. Maria detta della Scala, che fu demolita contemporaneamente nel 1776, alla chiesa di Cassano, per far posto al teatro della Scala.
Ricordo il campanile illuminato in occasione dei giorni della grande gioia per il popolo. E da lontano lo si ammira, così alto, mentre la ferrovia gli gira intorno.
Ma chi se lo gode di più sono proprio io: si accende il mattino al primissimo sole, quasi candelabro pasquale accanto alla chiesa, mentre ancor tutto è ombra e mi segna la bella giornata. Il mattone rosso si fa fiamma.
La sera, invece, d’estate, fa perno ai voli pazzi e chiassosi dei rondoni, e ospita i nidi ai colombi che lungamente si cercano. Protegge perfino la civetta nelle notti di tristezza.
E sempre rimane due mani serrate strette innalzate a preghiere, tese a Dio sopra le case e gli uomini, a cercare Dio.
Ne ha viste di cose! Se si mette a raccontare è testimone più autentico. Sono racconti di battaglie, di festa e di lutti: ha tutta la storia religiosa e civica della nostra città.
Ora ha bisogno di restauri. Se le onorificenze delle commissioni di arte giungono ad assegnare anche un contributo per i casi di malattia e di vecchiaia, è arrivato il tempo per chiedere un intervento.
Porta un bellissimo concerto di otto campane che riempiono la città di suoni ora gioiosi, ora tristi che scandiscono l’instabilità delle cose umane.
Le campane
Le campane sono la voce sonora della chiesa. Una chiesa senza campane è come una persona muta, senza voce.
Le campane, dice S. Carlo, lodano Dio, chiamano il popolo, adunano il clero, piangono i morti, scacciano le tempeste, decorano le feste.
Le campane giorno e notte segnano il tempo, ora per ora; aprono e chiudono le giornate; gioiscono sulle culle, singhiozzano sulle tombe, allietano le nozze; entrano nelle vicende liete e tristi della vita quotidiana così intimamente da sembrare impossibile immaginarla senza di esse. Come è possibile pensare le gioie del Natale, agli inni trionfali di Pasqua, al Giorno dei Morti senza le campane?
È giusto, pertanto, dare delle campane della chiesa parrocchiale le caratteristiche anche storiche.
Le otto campane formano un concerto in SI bemolle grave.
Elenchiamo di ciascuna il peso, la tonalità, il nome del fonditore, la dedicazione ai santi, i nomi degli offerenti.
Incominciamo dalla più piccola:
Ecco le iscrizioni attuali:
1)   Giovanni Crespi fuse nel 1861. Dedicata alla S. Famiglia ed agli Angeli custodi. Offerta e voto degli operai della ceramica. Pesa 200 kg: altezza m. 0,71; diametro m. 0,77. È un “do”.
2)   Rifusa da Crespi nel 1887. Dedicata ai Santi Ambrogio, Dionigi, Antonio da Padova e Aquilino. Pesa 280 kg; altezza m. 0,87; diametro m. 0,87. È un “si b.”.
3)   Giovanni Crespi fuse nel 1861. Dedicata a S. Francesco di Sales, a S. Camillo de’ Lellis e a S. Francesca romana, patroni degli infermieri. Pesa 470 kg; altezza m. 0,91; diametro m. 0,95. È un “sol”.
4)   Fratelli Ottolina di Seregno, fusero nel 1925. Dedicata a S. Luigi Gonzaga e a S. Filippo Neri, patroni della Congregazione della Gioventù. Pesa 675 kg; altezza m. 1,09; diametro m. 1,14. È un “fa”.
5)   Rifusa dai fratelli Ottolina di Seregno nel 1923. Dedicata ai morti. Pesa 970 kg; altezza m. 1,24; diametro m. 1,30. È un “mi b.”.
6)   Rifusa dalla Ditta Filippi nel 1964. È la campana dell’agonia, dedicata all’Addolorata e a S. Giuseppe. Pesa 1.150 kg; altezza m. 1,20; diametro m. 1,37. È un “re”.
7)   Fratelli Ottolina rifondono nel 1907. Dedicata ai Santi Apostoli Pietro e Paolo. Offerta dalla Confraternita del Sacramento. Pesa 1.610 kg; altezza m. 1,40; diametro m. 1,60. È un “do”.
8)   Giuseppe Ottolina fuse nel 1896. Dedicata all’Immacolata e Zeno, patroni della parrocchia.  È la campana dei temporali. Pesa 2.300 kg; altezza m. 1,74; diametro m. 1,60. È un “si b.”
Queste nostre campane furono portate via per essere fuse durante la guerra nel luglio 1942. Furono restituite alla loro naturale destinazione al termine del conflitto bellico.
Nel 2005 tutte le otto campane furono restaurate.
 
La chiesa Parrocchiale S. Maria Immacolata e San Zeno
Renato Siesa
www.vivicassano.it
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