Cappelle laterali di destra
Cappella della Madonna di Caravaggio
Nella prima cappella di destra c'è uno stupendo gruppo statuario di marmo di Candoglia acceso di rosato; rappresenta l'apparizione della Madonna a Caravaggio.
Osservate come l'artista coglie il colloquio celestiale: Maria, ritta in atteggiamento di sovranità materna, dà risalto alle parole di conforto e di missione divina col gesto della mano destra alzata. Giannetta, prostrata in umile posa, preme le mani sul petto, quasi a frenare i battiti del cuore commosso. Il viso, lo sguardo, le labbra semiaperte dicono il rapimento nell'ascolto della voce di Maria.
Il gruppo è un ottimo esemplare settecentesco: barocco sobrio, composto, religioso, che ha mantenuto tutti i suoi valori svestito della retorietà e teatralità.
Il paludamento, la severità degli atteggiamenti, il grassoccio gonfiore dei volti e delle mani si è ricomposto dopo i contorcimenti discutibili del Seicento.
Donde venne a Cassano questo gruppo?
Il prevosto Favalli ha cercato nello scultore bergamasco Fantoni morto nel 1734 l'autore, trovando somiglianza di stile con quella Madonna dei campi in Frignano di sicura attribuzione fantoniana.
Don Carlo Valli ha aggiunto argomentazioni nell'archivio di Rovetta e trovò che furono commissionati lavori al Fantoni da Cassano e da Caravaggio, dallo stesso marchese Erba.
Di questi giorni al santuario di Caravaggio arrivano documenti che orientano diversamente l'attribuzione dell'opera.
L'amministrazione del santuario di Caravaggio nell'anno 1717 commissiona allo scultore Stefano Sanpietro un complesso di 6 statue da collocare sull'altare maggiore: si tratta di quattro statue raffiguranti le virtù e due la Madonna e Giannetta.
Muore il Sanpietro che viene pagato con 1.200 lire e sottentra nell'esecuzione dell'opera progettata lo scultore Melone che riceve in acconto lire 5.800 ed altre 4.000 per liquidazione.
L'opera è quindi da attribuirsi al Melone, visto che ha ricevuto il compenso maggiore, e, addirittura la vedova del Sanpietro restituisce all'amministrazione del santuario il denaro ricevuto come acconto.
Nel 1737 si sta sistemando l'altare maggiore del santuario. La composizione delle sei statue è provvisoriamente collocata nell'area del santuario su un basamento di legno in attesa di definizione di tutto il complesso architettonico del presbitero e dell'altare. I fedeli sono orientati anche alla devozione a questa rappresentazione monumentale.
Al momento di decidere la definizione architettonica dell'assieme, vengono accettate le quattro statue delle virtù collocate tra le colonne del tempietto sovrastante l'altare, ma vengono scartate quelle rappresentanti la Madonna e Giannetta.
Quale il motivo? Sottentrò un nuovo progetto di sistemazione architettonica che richiedeva un fastigio ispirato al baldacchino berniniano che non concedeva spazio alla collocazione della Madonna che sembrava più opportuno destinare in uno scurolo sul luogo dello sgorgare della fonte miracolosa?
Non si volle accettare una immagine di marmo in sostituzione di quella in legno che nel 1710 il Capitolo vaticano aveva insignito di corona d'oro?
Non si seppe rinunciare alla possibilità di una immagine da rivestire con manti preziosi e con il pettorale d'oro ornato di 106 brillanti, 250 diamanti, 125 rubini, trafugato da Napoleone?
Sottentrò l'idea che una immagine di freddo marmo fosse meno adatta alla devozione anche se più atta all'ornamentazione?
Gli Annali del Milani affermano che l'amministrazione del santuario decise di vendere parte della composizione marmorea: le quattro statue delle Virtù trovarono collocazione in santuario dove tuttora si ammirano, e quelle della Madonna e Giannetta arrivarono a Cassano.
Ecco come andarono le cose:
1749: si stanno facendo opere importanti a Cassano: "Fatto che fu di vivo sasso lo sperone del traghetto, che prima era costrutto di palificata, quivi eretta la cappelletta, nella quale stanno riposte le due statue di M.V. di Caravaggio e della B. Giannetta, dono entrambe dell'illustrissimo sig. marchese Erba, questore delegato delle acque, che le comperò dal santuario di Caravaggio, ove dovevano essere collocate, si diede principio, mediante l'opera dell'illustrissimo sig. marchese D. Febo D'Adda, alla costruzione di un ponte magnifico sull'Adda in vece del Porto, che prima era. Fu questo disegno dell'ingegnere Delegato delle acque sig. Bernardo Maria Robecco e fu a spese ratealmente degli ill. signori interessati del pedaggio sig. marchese D'Adda, eccellentissima Casa Visconti di Brignano e sig. D. Pompeo Porro".
Il gruppo marmoreo era stato dunque collocato in una cappelletta presso il traghetto. Quattro anni dopo, il 5 ottobre 1753, grande festa per la benedizione della cappella.
Invece di invitare il prevosto, furono invitati i Cappuccini, creandosi un motivo di più per polemiche tra il Clero della parrocchia e i frati.
1791: la cappella è restaurata da devoti. Ma le guerre napoleoniche devastano il luogo sacrato da grande devozione dei fedeli.
1818: si ricostruisce la cappelletta, ma il gruppo della Madonna e Giannetta è già stato ricoverato in chiesa parrocchiale nella stessa cappella dove si trova tuttora, sacrificata nello spazio semibuio di destra, dato che al centro è aperta la porta che comunica con il vicolo dei morti.
1927: il parroco Sansoni chiude la porta e colloca al centro della cappella il gruppo marmoreo.
1967: il parroco Valli orna di marmi la cappella sollevando su basamento studiato dallo scultore Ferraroni di Cremona le due statue tanto venerate.
Altare di S. Antonio
La devozione a S. Antonio da Padova a Cassano è documentata da anni. Nella chiesa parrocchiale precedente il 1776 il Santo aveva già un altare. Con la costruzione della nuova, quello dirimpettaio la Madonna del Rosario. Viene eseguito in marmo e gli si dedica lo spazio più vistoso.
L'altare è certamente dell'architetto che ha progettata la chiesa. La statua del Santo è opera di ottima fattura settecentesca in cotto come lo sono gli angeli sovrastanti l'altare. Erano in cotto rosso.
In tempo successivo con gusto discutibile furono laccati in bianco. È opera dello scultore Sevesi.
Una tela rappresentante la Madonna dei poveri è del pittore Schieppati. Curiosità pittorica è il ritratto del garzone del pittore, eseguita nell'anno 1780.
A ricordare la storia di questo altare è la lapide del Pio Luogo di S. Maria dei Poveri (confraternita già citata dal 1400) con dote di terreni offerti dalla famiglia Porro.
Cappella dell'Addolorata
La devozione all'Addolorata è antica a Cassano. Negli Annali del Milani si legge che il prevosto Settala acquista la statua dell'Addolorata che ancora si conserva nella sacristia alta (ma è manichino che si vestiva!) con ampio preziosissimo manto da cui il prevosto Favalli ha ricavato il paramento prezioso di color violaceo. C'era pure il Cristo morto dello stesso periodo, statua in legno di buona fattura che restaurato nel 1969 è esposto dal Venerdì Santo e Sabato Santo per il bacio dei fedeli.
Era importantissima la processione dell'Entierro al Venerdì Santo, per le vie del borgo, di sapore spagnolesco.
Nel 1949 il prevosto Favalli pensava ad una cripta da eseguirsi sotto l'altare maggiore quale sacrario dei caduti di guerra e cappella invernale. Fu in detta programmazione che fece eseguire dallo scultore Piero Ferraroni di Cremona l'attuale gruppo monumentale della pietà, ripetendo in grande scala il bozzetto del 1400 attribuito al Bigarelli che ora si conserva nel museo del seminario di Cremona.
L'opera fu realizzata in tre parti scomponibili per ragioni pratiche di processioni: l'Addolorata col Cristo morto, S. Giovanni e S. Maria Maddalena. Il Ferraroni l'aveva pensata in legno bianco smaltato per essere in stile con la destinazione di cripta per i caduti. La popolazione, visto il parere negativo della commissione diocesana per la realizzazione di detto progetto, chiese che il pittore Susini dipingesse l'opera.
Il gruppo fu benedetto dal vescovo Cazzani il 28/10/1948.
La cappella è ornata da due tele nelle pareti laterali rappresentanti Cristo che incontra la Madre sulla via crucis, e la deposizione di Cristo dalla Croce. Sono opere di Pietro Verzetti eseguite nel 1911 commissionate dal prevosto Pezzali.
Cappella di S. Francesco
Era la cappella di S. Luigi Gonzaga con l’altare e la statua regalala da mons. Desirelli nel 1898 su disegno dell'arch. Nava realizzato dal Martinetti. L’altare è di stucco con quattro medaglioni dei santi Agostino e Monica.
Si riuniva qui il circolo S. Luigi fondato dallo stesso Desirelli, che esprimeva la devozione con le sei domeniche di S. Luigi e la processione della prima domenica di settembre, coi giovani di leva a portare la statua del patrono.
Rallentatasi la devozione a S. Luigi, fu sostituita dall'altra a S. Francesco d'Assisi che vantava una tela settecentesca, oggi in sacristia, raffigurante l'impressione delle stigmate, a sua volta rimpiazzata con il più popolare gruppo ligneo scolpito in valle Gardena e offerto dalle Terziarie francescane nel 1935.
Il pittore Miolato ha affrescato sulle pareti laterali nel 1941 i Santi patroni d'Italia: S. Francesco e S. Caterina e i patroni del Terz'Ordine francescano: Ludovico ed Elisabetta d'Ungheria.
Il paliotto rappresenta il trionfo della croce.
Altare di S. Giuseppe
La devozione a S. Giuseppe è di recente proposta.
Esiste nell'oratorio di S. Dionigi una cappella dedicata a S. Giuseppe affrescata dal Veronese con una tela attribuita al Montaldo. Qui il prevosto Milani istituisce la Pia Unione nel 1866. E anche nella chiesa di S. Antonio troviamo una tela a fianco dell'altare maggiore in presbitero.
Nel 1898 con il prolungamento della chiesa su progetto dell'architetto Cesare Nava, viene fatto spazio per gli altari del S. Cuore e di S. Giuseppe.
Con la generosità dei fedeli e soprattutto del signor Tarchini si realizza l'altare di S. Giuseppe.
Non ci si meravigli se la vetrata sovrastante l'altare porta i simboli eucaristici: c'è da ricordare che ci fu una sostituzione dei titolari: si sono invertiti gli altari tra il S. Cuore e S. Giuseppe per rendere più comodo dalla sacristia il portarsi all'altare del S. Cuore per la distribuzione delle Comunioni dato che l'altare del S. Cuore era l'altare per la conservazione dell'Eucarestia.
La statua di S. Giuseppe è in legno. Sono state sistemate le balaustre in marmo da mons. Favalli.
L'altare è di scarso valore artistico, realizzato in cemento e stucchi. La Pia unione S. Giuseppe per i morenti, la devozione al Santo Patrono della Chiesa universale, il Santo del lavoro lanciarono queste devozioni.